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Il lupo e l’agnello: narrazione e morale

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E’ una delle favole più famose di Fedro, nella quale l’autore vuole mettere in evidenza come l’arroganza e le prepotenze dei più forti prevarichino di gran lunga sulle ragioni dei più deboli. Tutto ciò allo scopo precipuo di ottenere vantaggi personali. Non ci stupiamo dunque di questa morale tanto greve, penosa e sgradevole, esplicitata in un tempo molto lontano dal noi. Possiamo asserire, senza tema di smentite, che, oggi più di ieri, la favola del lupo e l’agnello è più che mai attuale.
La storia del nostro tempo è piena, quotidianamente, di “lupi” prepotenti, violenti, arroganti  dediti al malaffare e all’illegalità a tutto scapito degli ingenui, deboli e mansueti “agnelli”. Quanti, fuori e dentro la politica, credenti e non credenti, in questa nostra struttura sociale si palesano  persone disoneste, rissose, corrotte o corruttibili, che, superando spudoratamente i limiti valoriali morali e civili, in virtù e per conto della loro forza o della loro influenza in un campo, cercano di annientare il più debole per conseguire fini personali o anche per dare libero sfogo alla propria impetuosità bellicosa? Tanti, in verità! Troppi, direi! 
Ma andiamo al contenuto narrativo della favola.
Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, erano pervenuti presso lo stesso ruscello. Il lupo stava più in alto, mentre l’agnello era di gran lunga più in basso. Il primo, spinto dalla sua insaziabile ingordigia e sicuro della sua forza, cominciò a cercare un pretesto per litigare con l’indifeso e debole agnello. Gli disse: «Perché mi rendi torbida l’acqua, mentre sto bevendo?» L’agnello, molto timorosamente, gli rispose: « In che modo, di grazia, posso mai fare ciò di cui ti lamenti? L’acqua scorre da te verso di me!» 
E il lupo di contro: «Sei mesi fa hai sparlato di me». «Ma come potevo se non ero ancora nato?» gli risponde l’agnello. «Allora è stato tuo padre a sparlare male di me!» ribatté infine il lupo, e, saltando addosso all’agnello, lo sbrana dandogli così un’ingiusta morte.
La favola è per tutti quelli che, con pretesti infondati, opprimono gli innocenti.
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