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La cicala e la formica: narrazione e morale

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Si era nella stagione più bella dell’anno, quella delle lunghe giornate assolate,  del profumo dei fiori, del mare e della natura nel  pieno vigore.  Una cicala cantava allegramente sul ramo di un frondoso albero.  Sul terreno  ad essa sottostante una schiera di formichine si affannavano a trasportare nei loro  formicai le riserve per l’inverno: chicchi di grano e quant’altro era possibile trovare nelle perlustrazioni giornaliere. La cicala le osservava e, di tanto in tanto, arrestava il suo canto per invitarle a smettere di lavorare e a mettersi a cantare insieme a lei, per godere appieno delle belle giornate assolate. Le formichine, imperturbabili, continuavano nel  loro andirivieni: “Non possiamo fermarci!” – rispondevano- “La bella stagione tra non molto finirà e noi, se vogliamo sopravvivere, dobbiamo fare riserve di cibo per l’inverno”. E la cicala continuava a cantare.... Cantava da mane a sera! E venne così la stagione fredda e umida…. Venne l’inverno con tanto freddo e tanta neve. Sui rami degli  alberi ormai  spogli  la cicala non cantava più: era  stremata dalla fame e dal gelo  intenso.  “Come farò per sopravvivere?” pensava tra sé e sè.  Ed ecco andare alle instancabili formichine.... Si ricordò che, nel loro inarrestabile lavorìo estivo, avevano accumulato molte provviste per l’inverno. Affamata, infreddolita e piangente andò  a bussare alla  porta del formicaio. Una formica aprì l’uscio e le chiese cosa volesse. E la cicala: “Ho freddo e fame! Cerco cibo e asilo!”. La risposta della formichina fu: “Toh, guarda chi si rivede! Mi ricordo benissimo  di te! Hai cantato tutta l’estate senza pensare alla brutta stagione. Adesso non ti resta che ballare!” e chiuse la porta del formicaio.
MORALE: Questa favola di Esopo insegna ad essere previdenti, a non oziare troppo nella vita, godendosela attimo dopo attimo, senza alcun riguardo per il  futuro. Vivere solo il presente senza pensare a ciò che potrà esserci  un domani non lontano, non può certamente portare a nulla di positivo. Il futuro va costruito, momento dopo momento, essenzialmente nel presente
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