Una breve favola di Esopo che investe la seguente morale: “Chi nella
vita veste l’abito abituale delle bugie, non potrà mai essere creduto anche se dice il vero”.
Un lupo e una volpe litigavano tra loro. Il primo accusava la volpe di aver commesso un furto a suo danno, penetrando nella tana e sottraendogli un prosciutto. La volpe, a discolpa, diceva di non avergli rubato un bel niente perché aveva un alibi di ferro. Proprio quel
giorno si trovava a km e km di distanza dal
luogo della tana del lupo, in quanto ospite di una parente. Impossibilitati a trovare una
risoluzione alla loro controversia, i due animali decidono, di comune accordo, di
andare in Tribunale e di rimettersi nella mani di un giudice-scimmia,
considerato molto giudizioso.
Questi , assiso in
mezzo a loro, ascoltò con attenzione e
imparzialità la tesi accusatoria e quella
difensiva dei rispettivi animali. Alla
fine ecco la sentenza: "Nessuna assoluzione per entrambi, ma solo una
condanna di pari colpevolezza perchè "a parer
mio- diceva il giudice scimmia- tu, o lupo, non hai affatto perso quello per cui hai
sporto querela , e tu, volpe, di certo,
hai rubato ciò che stai negando così abilmente”.
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