Come curare e proteggere i nostri mobili
06:29 Posted In FAI DA TE Edit This 0 Comments »
I mobili che attualmente ritroviamo sul mercato sono in legno massello del tipo noce, mogano, rovere ecc... oppure mobili impiallacciati, cioè ricoperti in tutta la loro struttura con fogli in legno
di varia natura. Quest’ultimi sarebbero quelli più presenti in quasi
tutte le nostre case perché rappresentano una valida alternativa economica al costoso legno massello per fare tavoli, mobili per cucine, mobili per camerette per bambini, librerie, armadi e tanto altro ancora.
Va ricordato che, ai tempi dei nostri bisnonni, le impiallacciature, a differenza di quelle odierne, si presentavano molto più spesse. I fogli in legno infatti possono avere uno spessore abbastanza variabile. Si passa da lastre di legno sottili con uno spessore minimo di 0,6 mm e si arriva a fogli di 1,5 mm.
Se da un lato, come già accennato in precedenza, i mobili impiallacciati risultano essere di costo più contenuto, è pur vero che dall’altro lato hanno bisogno di particolari cure e protezioni perché con l’usura del tempo tendono a scheggiarsi e, ancor più frequentemente, a graffiarsi o a macchiarsi.
CONSIGLI : OLIO DI LINO E OLIO DI THUNG
Quali consigli possiamo dare perché l’impiallacciatura venga protetta il più possibile? Innanzitutto restano sempre validi, i vecchi rimedi della nonna. Primo fra tutti quello di spolverare i mobili spesso con un panno morbido, oggi diremo con un panno in microfibra e di impiegare, per una rivitalizzazione delle fibre, olio di oliva.
In caso di sporco molto evidente per proteggerne la “faccetta” superficiale e tenerla sempre lucida e pulita bisogna usare un panno strizzato il più possibile e leggermente imbevuto di un detergente delicato. Con questi si passerà sull’impiallacciatura con un movimento circolare, asciugandola subito dopo con un altro panno antistatico.
Quando poggi qualcosa sui mobili impiallacciati ricordati sempre di fare uso di tovagliette, di sottobicchieri, sottopentole specie per piatti o pentole contenenti alimenti con condensa o caldi. In più, se intendi conservare nel tempo tutta la bellezza dell’impiallicciato, devi trattarlo regolarmente con l'olio per legno, scegliendo tra l’olio di lino cotto (molto simile all’olio di oliva) e l’olio di thung.
Questi oli oltre a donare brillantezza alle “faccette” assolvono altresì alla funzione di protezione e di durata del legno nel tempo.
Come intervenire con l’olio di lino cotto? Ti consiglio di spennellare leggermente la superficie dell’impiallacciatura e poi di “tirare” quanto spalmato con un panno e con un lavorio di gomito. Ad esso si può aggiungere anche l’olio di Thung in una percentuale variante tra il 10 e il 20 per cento. Per quanti non conoscono questo tipo di olio diciamo che proviene dalla spremitura dei semi di una pianta tropicale originaria dell’ Indonesia (l’albero di Thung). Se usato da solo, a differenza dell’olio di lino, rende la superficie dei mobili più resistenti negli anni e presenta un tempo di essiccazione molto più rapido. Puoi optare per un impiego allo stato puro (100%) oppure diluito al 50% con essenza di trementina.
QUALE LA DIFFERENZA?
Nel primo caso avrai un’essiccazione molto più prolungata, una volta che lo avrai steso, nel secondo caso invece il tempo sarà molto più ridotto. In fase applicativa va “tirato” con un pennello molto morbido oppure tamponato con dei dischetti struccanti imbevuti dello stesso.
Cerca di stendere più mani di quest’olio affinchè penetri profondamente nelle fibre, rendendole più resistenti e dure all’usura. Successivamente attendi circa 24 ore perché esso asciughi a dovere, il tempo cioè necessario al legno per nutrirsene a dovere.
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Se da un lato, come già accennato in precedenza, i mobili impiallacciati risultano essere di costo più contenuto, è pur vero che dall’altro lato hanno bisogno di particolari cure e protezioni perché con l’usura del tempo tendono a scheggiarsi e, ancor più frequentemente, a graffiarsi o a macchiarsi.
CONSIGLI : OLIO DI LINO E OLIO DI THUNG
Quali consigli possiamo dare perché l’impiallacciatura venga protetta il più possibile? Innanzitutto restano sempre validi, i vecchi rimedi della nonna. Primo fra tutti quello di spolverare i mobili spesso con un panno morbido, oggi diremo con un panno in microfibra e di impiegare, per una rivitalizzazione delle fibre, olio di oliva.
In caso di sporco molto evidente per proteggerne la “faccetta” superficiale e tenerla sempre lucida e pulita bisogna usare un panno strizzato il più possibile e leggermente imbevuto di un detergente delicato. Con questi si passerà sull’impiallacciatura con un movimento circolare, asciugandola subito dopo con un altro panno antistatico.
Quando poggi qualcosa sui mobili impiallacciati ricordati sempre di fare uso di tovagliette, di sottobicchieri, sottopentole specie per piatti o pentole contenenti alimenti con condensa o caldi. In più, se intendi conservare nel tempo tutta la bellezza dell’impiallicciato, devi trattarlo regolarmente con l'olio per legno, scegliendo tra l’olio di lino cotto (molto simile all’olio di oliva) e l’olio di thung.
Questi oli oltre a donare brillantezza alle “faccette” assolvono altresì alla funzione di protezione e di durata del legno nel tempo.
Come intervenire con l’olio di lino cotto? Ti consiglio di spennellare leggermente la superficie dell’impiallacciatura e poi di “tirare” quanto spalmato con un panno e con un lavorio di gomito. Ad esso si può aggiungere anche l’olio di Thung in una percentuale variante tra il 10 e il 20 per cento. Per quanti non conoscono questo tipo di olio diciamo che proviene dalla spremitura dei semi di una pianta tropicale originaria dell’ Indonesia (l’albero di Thung). Se usato da solo, a differenza dell’olio di lino, rende la superficie dei mobili più resistenti negli anni e presenta un tempo di essiccazione molto più rapido. Puoi optare per un impiego allo stato puro (100%) oppure diluito al 50% con essenza di trementina.
QUALE LA DIFFERENZA?
Nel primo caso avrai un’essiccazione molto più prolungata, una volta che lo avrai steso, nel secondo caso invece il tempo sarà molto più ridotto. In fase applicativa va “tirato” con un pennello molto morbido oppure tamponato con dei dischetti struccanti imbevuti dello stesso.
Cerca di stendere più mani di quest’olio affinchè penetri profondamente nelle fibre, rendendole più resistenti e dure all’usura. Successivamente attendi circa 24 ore perché esso asciughi a dovere, il tempo cioè necessario al legno per nutrirsene a dovere.
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