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Rigatoni al tonno e cavolfiore

13:00 Posted In Edit This 0 Comments »

E’ il classico piatto unico che oggi va molto alla grande, specie per chi ha problemi di sovrappeso. Secondo i  nutrizionisti,  i piatti unici, in generale, appartengono a  una “dieta equilibrata” e sarebbero, oltretutto, poco calorici se rapportati all’accoppiata classica del primo, secondo  e contorno. Questo, che andremo a presentare oggi, è un piatto veloce,  assai gustoso e prelibato, in cui, come direbbero sempre gli esperti,  sono presenti nelle giuste proporzioni tutti i nutrienti necessari al nostro corpo: carboidrati, proteine, vitamine  ecc… Vediamone l’esecuzione.
ESECUZIONE
Appronta sul piano di lavoro rigatoni o maltagliati, un tipo cioè di pasta che tende facilmente “a legare” dentro e fuori con l’intingolo che appronterai, un cavolfiore, del  tonno sott'olio, un sedano, olio vergine di oliva, aglio, peperoncino, sale e grana nella quantità desiderata. In genere il piatto si appronta “in bianco”, ma non si esclude, per chi lo preferisce, l’aggiunta di  salsa di pomodoro e qualche acciuga.  
La prima cosa da farsi è disporre una pentola, con abbondante acqua, sul fuoco per lessare il cavolfiore e nella stessa,  successivamente, cuocervi  anche la pasta. Nel frattempo pulisci per bene il cavolfiore, dividendolo in piccole cimette. Indi sciacquale sotto l’acqua corrente. Fa lo stesso con il sedano, scegli solo il cuore dello stesso e sminuzzalo in piccoli pezzi. Non appena l’acqua sobbolle, versa in essa  le cimette  per lessarle. Non dimenticare di aggiungere nell’acqua il sale. Appena le cimette risulteranno ben cotte, scolale, schiacciale con i rebbi della forchetta, formandone una purea  e tienile al momento da parte.
Intanto apri la scatoletta di tonno, scolalo e riversalo in un piatto per frantumarlo alla stregua delle cimette di cavolfiore.  In una capiente padella sul fuoco appronta, in olio di oliva, un soffritto di aglio e un po’ di peperoncino. Appena l’aglio si sarà indorato, eliminalo e versa nella stessa  padella il tonno, il sedano sminuzzato e le cimette di cavolfiore. Rigira accuratamente il composto. Intanto avrai già calata la pasta nella stessa acqua in cui è stato lessato il cavolfiore.
Non appena essa si presenterà al dente, scolala e riversala nell’intingolo approntato in padella. Rigira per bene, tenendo bassa la fiamma. Non appena l’impasto si sarà mantecato con la pasta, il piatto è pronto per essere servito in  tavola, non prima però di averlo cosparso di grana.  

UNA VARIANTE
Una variazione della ricetta prevede l’aggiunta di sugo al pomodoro e qualche acciuga spezzettata. Questi ingredienti dovranno essere versati nella padella insieme al cavolfiore, al tonno, al sedano non disgiuntamente ad un pizzico di sale in più. Il tutto poi dovrà sostare sul fuoco, a fiamma bassa, per almeno una decina di minuti, irrorato, di tanto in tanto, con un po’ di vino bianco.

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Come intervenire in caso di crampi alle gambe

09:05 Posted In Edit This 0 Comments »
Cosa sia un crampo è noto ai più, specie a quanti all’improvviso sono colti, spesso e volentieri, da dolorosissimi e lancinanti spasmi a livello massimamente dei muscoli del  polpaccio per una contrazione involontaria degli stessi. Il brutto è che questi crampi ti arrivano nel bel mezzo della notte, mentre stai dormendo beatamente tra le braccia di Morfeo. Ad esserne particolarmente colpiti sono gli sportivi e le persone anziane.
Le cause sono varie e i fattori che possono influenzare la loro comparsa vanno da una scarsa idratazione, ovvero  da uno squilibrio cosiddetto elettrolitico ad una carenza di  potassio  
e magnesio, ancorchè all’assunzione di particolari farmaci come, ad esempio, le statine e i diuretici. Ma  i crampi potrebbero essere anche il campanello d’allarme di malattie molto serie come quelle renali, tiroidee, vascolari in zona periferica e altro ancora. Se si va soggetti a crampi con una certa frequenza, è bene che si consulti il proprio medico di famiglia perché faccia un’indagine mirata
PREVENZIONE
Se invece sono solo occasionali, cerca di intervenire con un’azione di prevenzione: mettere, ad esempio  un rialzo 
 sotto il materasso ai piedi del letto oppure un cuscino direttamente sotto gli arti inferiori, nonchè bere molto anche quando non se ne avverte l'esigenza in modo da controbilanciare la perdita di acqua nei muscoli nel corso 
della  giornata. Per il reintegro di potassio mangia più 
banane e patate lesse. Quando poi l’attacco arriva i rimedi per minimizzare il dolore possono andare da un leggero massaggio decontratturante del muscolo ad una breve deambulazione fino a mirati esercizi di stretching.
INTERVENTI
Vediamo come fare il primo intervento.
Con molta  delicatezza cerca di  praticare un leggero 

massaggio sul muscolo contratto, perché esso abbia gradualmente a sciogliersi e a rilassarsi. Inizia con lo stendere la gamba dolorante in avanti e procedi col massaggio dal basso verso l'alto. Se ne hai possibilità, puoi anche applicare sul muscolo contratto una fonte di calore oppure del ghiaccio. Considerando il fatto che il crampo, come precedentemente detto, non sarebbe altro che una "contrazione" involontaria va da sè che il nostro intervento, per lenire il dolore del momento, dovrà volgersi alla "distensione" del muscolo. E cosa ci sarebbe meglio 
degli esercizi di stretching?  Te ne menziono qualcuno. 
Poniti davanti al muro di una stanza e stendi  le  braccia contro esso tenendo i talloni di entrambe le gambe ben piantati a terra. Fletti poi le braccia e spingi in avanti solo il tronco quasi a voler toccare il muro col petto, senza peraltro piegare le ginocchia e tenendo sempre ben fermi i talloni. Mantieni questa posizione per circa 20 secondi e ripeti l’esercizio. 
Sempre nella posizione delle braccia tese contro il muro,  tieni ferma indietro la gamba dolorante, sempre con il tallone piantato sul pavimento e nel contempo pieghi  l’altra in avanti. Resta in questa posizione per alcuni secondi.  E  ancora…. Siediti  sul pavimento  e tendi la gamba, che ha lo spasmo muscolare, in avanti.
Protenditi  poi col busto e una mano verso l’estremità dell’arto e, una volta afferrate le dita del piede,  tirale verso di te. Continua in una specie di andirivieni di movimento  delle dita, più e più  volte.


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Avanzi di saponette: come riciclarli

14:55 Posted In Edit This 0 Comments »
Tempo di crisi? Ben venga il “riciclaggio”! Non intendo riferirmi al riciclaggio di denaro, ma a quello di materiale residuato destinato ai rifiuti. Nel nostro caso sarebbero i residui di saponette accumulatosi in casa e apparentemente del tutto inutilizzabili. Va da sé che in una famiglia composta da un minimo di due persone, tra docce giornaliere e lavaggi vari, il consumo di saponette o di sapone liquido non è poco, a maggior ragione poi se i componenti sono più di due. Sorge allora l’esigenza del riutilizzo degli avanzi per fare nuove saponette o, se si preferisce, sapone liquido. Il portafoglio non potrà che ringraziarci! Spieghiamo come riutilizzare i residui di saponetta.  
CREARE NUOVE SAPONETTE  
Il primo passo da fare è quello di raccogliere i resti, e conservarli tutti insieme in un contenitore in vetro a chiusura ermetica. Quando la quantità degli stessi sarà tale da riempire  una tazza da latte (diciamo grossomodo sui 230 grammi circa) passiamo ad operare secondo la procedura che dirò appresso. Grattugiamo, ad uno ad uno, come faremmo con un pezzettino di formaggio questi avanzi residuati. Se si ha un frullatore in disuso, non più riutilizzato per gli alimenti, spezziamo con il coltello le rimanenze di sapone e poi inseriamo i vari pezzettini nell’apparecchio. Aggiungiamo un po’ di acqua calda e azioniamo il frullatore per alcuni secondi fino a quando il composto non avrà raggiunto una consistenza cremosa. Una volta che avremo ridotti gli avanzi in minuscole scagliette grattugiate o in un frullato, volendolo, possiamo dare colore e fragranza alle nostre nuove saponette. Basterà aggiungere al composto uno di quei colori naturali che usiamo per gli alimenti e, se si preferisce, anche qualche goccina di olio essenziale profumato. Quindi versiamo il tutto in un pentolino sul fuoco, a fiamma bassa e, mescolando spesso con una cucchiaia di legno, lasciamo che il composto si sciolga a dovere.
Non appena esso avrà assunto la consistenza di un purè di patate, spegniamo la fiamma e travasiamolo in piccoli contenitori di alluminio oppure in portasaponette estraibili. Con un coltello “lisciamo” il composto nella parte superiore e attendiamo poi che esso abbia a solidificarsi il più possibile. Per ottenere ciò, è preferibile che permanga nello stampino per un paio di giorni. Se si hanno problemi di rimozione delle saponette dal contenitore sarà sufficiente far scorrere sul retro dello stesso l’acqua calda. Una volta estratta la saponetta, la si vedrà esteticamente anche molto bella perché riprodurrà il disegno che reca all’interno il contenitore da noi utilizzato.
ULTERIORI  MODALITA' DI RICICLAGGIO AVANZI
Un altro modo per riciclare gli scarti di sapone, molto più rapido e fattibile all’istante, è il seguente.
Prendi una spugna di quelle che usi per schiumare le parti del tuo corpo durante la doccia, fai a lato di essa un piccolo e profondo taglietto (puoi usare la forbicina per le unghie) e inserisci al suo interno il residuo di sapone avanzato. Una volta bagnata, vedrai quanta schiuma la stessa sarà in grado di erogarti in tutte le parti del tuo corpo!
E non finisce qua! Se preferisci fare del sapone liquido in luogo delle saponette ti basterà, una volta frullati o grattugiati i pezzi di sapone e “profumati” come già detto all'inizio, prelevane tre cucchiai e mettili in una pentola sul fuoco insieme a mezzo litro di acqua. Attendi che il tutto abbia a sciogliersi per bene e poi riempi il contenitore spray che è rimasto vuoto. Lo stesso tipo di sapone puoi usarlo anche in lavatrice in sostituzione del solito detersivo commerciale. Il risparmio, anche se nel lungo tempo, non sarà affatto irrisorio!
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Come diventare animatore turistico

10:45 Posted In Edit This 0 Comments »
Sei una persona estroversa con predisposizione al lavoro di gruppo, ottime doti comunicative e d’iniziativa, forte carica d’entusiasmo e di dinamismo, familiarità con attività sportive, ricreative tipo canto, ballo, recitazione e culturali? Bene, il tuo identikit è proprio quello che si confà all’animatore turistico, possiedi cioè le qualità richieste per assolvere a questa particolare attività. Oggi più di ieri, questo tipo di lavoro è ambito da un buon numero di ragazze e ragazzi, sia anche e solo come prima esperienza lavorativa. A dire il vero c’è un ampio ventaglio di offerte che vanno peraltro sempre più ad aumentare perchè, essendo il settore del turismo in continua crescita cresce di pari passo la domanda di personale da parte dei tour operator, sia italiani che esteri. Per avere infatti a disposizione uno staff di animatori in tutte le varie componenti sia come figure generiche che specializzate (addetti, ad esempio, all’accoglienza all’ assistenza e fruibilità dei servizi, alla ristorazione, alla messa in campo di attività sportivo-ricreative, alla custodia e al divertimento di eventuali bambini al seguito) è di prammatico che i villaggi vacanza, i centri balneari, i campeggi, gli hotel, i centri di aggregazione giovanile e non ultimi le navi da crociera facciano capo alle agenzie di “reclutamento” personale.
Iter
Quale l’iter per entrare a far parte del mondo degli animatori turistici? Niente di complicato, ma tutto molto semplice e lineare! Innanzitutto non è richiesta alcuna formazione specifica. Come titolo di studio è sufficiente essere in possesso di un diploma di scuola superiore. I requisiti richiesti sono quelli che ho menzionato all’inizio di questo post. A parità di requisiti, avrebbero una marcia in più i concorrenti che conoscono anche una lingua straniera. Il primo passo che devi fare è quello d’inviare alle agenzie che gestiscono le assunzioni, tramite i loro rispettivi siti, il tuo curriculum vitae corredato da due foto. Ti consiglio di curare molto la stesura dello stesso e di mettere in esso di tutto e di più (scuole e corsi frequentati, lingue straniere conosciute, sport praticati, vissuti esperenziali di ballo, canto e recitazione e via discorrendo). Una volta che il curriculum sarà visionato e ritenuto interessante dallo staff del tour operator, sarai contattato via email o via telefono. L’agenzia ti sottoporrà ad un breve colloquio e ti proporrà, se lo riterrà opportuno, la frequenza di uno stage di formazione della durata di una settimana. Seguirà poi la stipula del contratto.
Retribuzione mensile
Cosa dire in proposito? Il lavoro di animatore turistico è senza dubbio un lavoro coinvolgente, all’insegna del divertimento e della gratificazione, ma nel contempo assai stressante e sfiancante per la flessibilità e l’estensione del numero delle ore d’impegno da mettere in campo in un ciclo non solo diurno, ma a volte anche notturno. Un altro aspetto negativo è la bassa retribuzione nei primi anni di esperienza. Infatti se sei alle prime armi ti sarà proposto uno stipendio di circa 400 euro al mese, con vitto e alloggio gratuiti ovviamente. Solo se hai un bagaglio di esperienze maturate in vari anni potrai ambire a stipendi più redditizi e a ruoli più importanti come, ad esempio, succede per il capo animatore che raggiunge grossomodo una retribuzione mensile intorno ai 1800 euro, e oltre. In genere il lavoro di animatore turistico è annoverato tra quelli di tipo occasionale, in quanto è un lavoro stagionale con una durata di circa di 3-4 mesi e, spesso, anche molto meno. Non è escluso però che ci siano contratti anche a tempo determinato o a progetto. Certo se ti poni l’obiettivo di fare l’animatore turistico anche nelle strutture turistiche situate all’estero,  non solo in Italia, il posto di lavoro ti sarà assicurato per l’intero anno.

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Scarpe di tela macchiate? Come intervenire con lavaggi a mano

11:59 Posted In Edit This 0 Comments »

Le tue scarpe di Canvas sono particolarmente sporche; presentano qua e là delle macchie e tu, purtroppo, non sai
 come far fronte alla situazione. Devi sapere che il Canvas è
 un tessuto in tela di cotone o di canapa molto resistente ma, ahimè, con elevato potere assorbente. Quindi lo sporco e le macchie la fanno facilmente da padroni. Comunque ci sono diversi modi per pulire questo tipo di scarpe, e noi cercheremo
di procedere con ordine. 
FANGO
Mettiamo innanzitutto il caso che le scarpe si siano infangate: come operare? Per prima cosa attendi che esso abbia ad essiccarsi per bene e nel frattempo togli i lacci alle scarpe. Quando il processo di essicazione sarà completo, prova a “sbatacchiare” le Canvas più volte magari sulla pietra di marmo del davanzale di finestre prospicienti il tuo balcone, oppure, dopo aver posto un giornale a protezione del pavimento di casa, “percuotile” e sfregale l’una contro l’altra, anche a livello di suole. Poi con un panno inumidito passa nei punti dove il fango è residuato. Puoi pure tentare di rimuoverlo con un pennello a setole morbide

Appronta quindi una soluzione di acqua e detergente neutro nel rapporto di 5 parti di acqua e una di detergente e con un vecchio spazzolino da dente, imbevuto di volta in volta in questa soluzione, strofina gli aloni di fango e i bordi macchiati.
Successivamente, per eliminare la soluzione schiumosa, non ti resta che risciacquare con acqua tiepida, immergendo le scarpe rapidamente e riportandole all’istante fuori. Ripeti più volte il risciacquo con acqua pulita. Puoi anche fare uso di una spugnetta imbevuta nell'acqua e strizzata di volta in volta.
MACCHIE DI GRASSO E DI ERBA
Passiamo a parlare ora di come rimuovere macchie di grasso, di erba o di altro tipo. Munisciti di un batuffolo di cotone o anche di dischetti struccanti e imbevili nel solvente per unghie. Passa, più e più volte, con operazione di strofinio sulle macchie fino alla scomparsa. Quindi risciacqua come già detto in precedenza. Per asciugarle, dopo qualsivoglia tipo di lavaggio, è consigliabile adottare il metodo che segue. Riempi per bene gli interni delle scarpe con tovaglioli di carta, puliti e asciutti, oppure con carta da cucina, purchè di colore bianco, cioè priva di stampe a colori, onde evitare che le stesse, inchiostrate sulla carta, abbiano per caso a trasferirsi sulla tela della scarpa.

Individua in casa o sul terrazzo qualche punto particolarmente esposto a ventilazioni o dove l’aria risulti essere molto asciutta. Lasciale così fino a completa asciugatura.
MACCHIE IRREMOVIBILI
Se le macchie si dovessero presentare irremovibili, intervieni con l’aggiunta di un parte di candeggina su 5 parti di acqua tiepida. Immergici poi lo spazzolino da dente, o una spazzola a setole morbide e sfrega sulla macchia. Se ce ne dovesse essere di bisogno, ripeti l’operazione e poi passa al risciacquo.
Tieni conto che ci sono altri prodotti che possono fungere da pulitori sbiancanti per la rimozione delle macchie, come ad esempio il bicarbonato di sodio (un cucchiaio) unito a mezzo cucchiaio di perossido d’idrogeno in acqua tiepida, nonchè lo stesso limone. Nel primo caso, una volta trasferita un po’ di soluzione sulla macchia con il solito spazzolino da denti, lascia che essa agisca fino a completa asciugatura. Nel secondo caso, se vuoi provare col limone, dovrai unire una parte di esso sempre con 4-5 parti di acqua.


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Come dimagrire con l'olio di cocco

14:31 Posted In Edit This 0 Comments »

In natura esiste un’immensa risorsa rinnovabile che, nel passato, è stata a torto demonizzata non poco. Si tratta dell’olio di cocco, un olio che, a dire ormai di molti, è “il più sano che ci sia”. Quindi la sua assunzione non sarebbe affatto dannosa alla salute, e in special modo al cuore, ai reni, al fegato e a tanto altro ancora. Anzi!...
A livello di colesterolemia, per fare un esempio, l’odierna letteratura medica afferma che l’olio di cocco ridurrebbe il colesterolo cattivo e aumenterebbe quello cosiddetto buono, in più avrebbe grossi benefici nutrizionali e, a livello medico, sarebbe un eccellente rimedio per le patologie cardiache, celebrali, diabetiche, respiratorie, di fegato  e via discorrendo. Come e perché  mai tanti benefici? Perché i grassi saturi contenuti nell’olio di cocco altro non sarebbero che grassi saturi a “catena media” ben diversi da quelli a lunga catena che troviamo nei grassi animali. 
Il consumo giornaliero dell’olio di cocco, secondo gli studiosi del settore, comporterebbe  anche una riduzione non indifferente del nostro peso corporeo, con un’azione molto più specifica sul grasso addominale, sia negli uomini che nelle donne. Viene infatti riconosciuto a quest’olio tra le tante proprietà quella detta della “termogenesi”. Che significa?
Significa che assumendo giornalmente una piccola quantità di olio di cocco non facciamo altro che aumentare del 5%  il dispendio di energia (la combustione cioè dei grassi) nel nostro organismo. Infatti la termogenesi è un processo che chiama in causa il metabolismo, il quale, attivato in maniera ottimale dall’olio di cocco, sarebbe spinto a "bruciare" i grassi in quantità maggiore rispetto ad ogni altro comparto. 
In proposito, circa una decina di anni fa, è stato condotto uno studio, della durata di 12 settimane, su due gruppi di individui. Quale la conclusione  cui lo studio è pervenuto? Per dirla  attraverso  una drastica semplificazione dello stesso, il risultato finale  ha rilevato nettamente la sussistenza di  una differenza  significativa tra grassi saturi a catena media e quelli a catena lunga, a favore dei primi relativamente alla perduta di peso. Infatti il  gruppo "sperimentale", cioè quello, per intenderci, cui era stata somministrata una colazione giornaliera a base di grassi saturi a media catena, aveva conseguito una diminuzione di kili corporei a differenza dell’altro gruppo, quello di "controllo", che aveva invece assunto  una colazione con grassi a catena lunga senza riportare alcun risultato positivo  nella direzione del dimagrimento.
Gli studiosi ci dicono che bastano dai 2 ai 3 (massimo) cucchiai  di olio di cocco distribuiti nell’arco della giornata per far sì che si possa raggiungere una diminuzione di peso.
E non finisce qua!
E’ stato altresì accertato, che gli acidi grassi dell’olio di cocco, aumenterebbero la sensazione di sazietà, determinando nell’individuo, che ne assume, una notevole riduzione di appetito. Il che si tradurrebbe automaticamente  in un minore apporto calorico giornaliero per il nostro organismo, con conseguente perdita di kili in tempi molto brevi.

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15:39 Posted In Edit This 0 Comments »
Dell’olio di cocco, dei suoi meravigliosi e innumerevoli benefici sulla nostra salute ad opera della combinazione unica dei suoi acidi grassi a catena media, vituperati nel passato, si fa, oggi, un gran parlare, a dritto e a manca. Esso verrebbe presentato dalla scienza medica come una panacea salutistica non solo in campo alimentare perché abbasserebbe il colesterolo cattivo e innalzerebbe quello buono, ma anche e massimamente su tantissime patologie, da quelle cardiovascolari a quelle respiratorie, da queste a quelle renali, diabetiche e a tante altre ancora.  Noi in particolare lo abbiamo menzionato in un post precedente per decantarne gli effetti quasi miracolosi sulla ristrutturazione dei capelli sfibrati e stressati, e ancora ne parleremo in un prossimo futuro come toccasana miracoloso per allontanare nel tempo l’invecchiamento della nostra pelle, nonché come agente efficace di dimagrimento corporeo. Al momento è nostra intenzione esplicitare come poterlo ricavare direttamente in casa con metodi a basso costo.
Premettiamo che di metodi per l’estrazione dell’olio di cocco in casa ve ne sono parecchi. Noi ne indicheremo qualcuno a cominciare da quello forse  un po’ più impegnativo di tanti altri: l’estrazione dalle noci di cocco
 Procedimento
Per iniziare avrai bisogno di 3 noci di cocco ben mature, quelle per intenderci che si presentano all’esterno di un bel colore marrone. Una volta pronte, prendi un canovaccio e un martello o anche un buon batticarne. Avvolgi la noce di cocco nel canovaccio e con il martello cerca di dare dei colpi ben assestati sul guscio fino a quando esso non si romperà in vari pezzi. Se ti sarà possibile, raccogline il liquido interno per non disperderlo.

Posiziona le noci di cocco spezzettate su un piano di lavoro e munita di un coltello, ben appuntito, infilalo nel punto di unione della polpa con il guscio (al bordo cioè)  e sollevane la polpa bianca.
Al termine dell’operazione, tagliuzzala pressappoco in tanti piccoli quadratini. Inserisci quest’ultimi poco, per volta, in un frullatone e ricoprili di acqua. Aziona il frullatore e, a frullato finito (appena qualche minuto), versane il contenuto in una capiente ciotola per alimenti.
Se vuoi, puoi anche usare il sistema degli abitanti dei paesi asiatici che grattugiano i pezzi di polpa appena tolti dal guscio, come puoi vedere nell'illustrazione a lato.
Una volta raccolto tutto il frullato nel contenitore devi spremere, operando una certa pressione con  le mani, sfregandole magari tra loro o a pugno stretto, i fiocchi di polpa residuata, per  farne uscire quanto più latte possibile. E’ un lavoro da ripetere molte volte, che richiederà  tempo e pazienza.
Lascia poi che il composto riposi a temperatura ambiente per almeno 3 ore. Indi appronta un’altra ciotola con dentro un colapasta e un canovaccio ben steso che funga da ulteriore setaccio nello stesso colapasta. Riversa il contenuto della prima ciotola all’interno del canovaccio. Tutti i residui di fiocchi che troverai poi in esso andranno successivamente ancora spremuti al punto da farne uscire fino all’ultima goccia di latte. PertantO avvicina i 4 lembi estremi del canovaccio con all’interno i residui e torcilo il più possibile,  come faresti con un tubetto di dentifricio quando è alla fine della sua erogazione.

Metti ora il contenitore col composto bianco cremoso nel frigo e lascialo sostare tutta la notte. Al mattino, se il contenitore è trasparente, avrai modo di vedere depositata nella parte sottostante l’acqua e sopra una massa solida, bianca e scagliosa.
E’ l’olio di cocco allo stato solido.
Ti basterà lasciare il contenitore a temperatura ambiente (da 24 gradi in poi) per vedere il tuo olio di cocco in poco tempo passare dallo stato solido completamente allo stato liquido. Munisciti di un mestolo non troppo concavo e con delicatezza raccogli tutto lo strato di olio liquido soprastante. Quindi riversalo per un uso futuro in un recipiente di vetro a chiusura ermetica. Dopo aver letto questo post, se sei interessata a conoscere anche i due metodi d'estrazione dell'olio di cocco più veloci al mondo (con durata massima di operatività di una trentina di minuti) ritorna nel blog Bisbigli. Ti aspetto tra pochi giorni!
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Pennette al salmone e zucchine

09:05 Posted In Edit This 0 Comments »
Sarebbe il caso di chiederci: “Cosa bolle oggi in pentola?”. Proponiamo un primo piatto molto veloce, di quelli appositi e tipici che possono benissimo fungere da piatti unici perché abbastanza sostanziosi. Intendo riferirmi a un bel piatto di pasta con panna, salmone affumicato e zucchine. Si appronta in pochissimo tempo e direi che è indicato anche in caso di ospiti inattesi o  nell’eventualità che si sia sottoposti a un ritmo lavorativo che non concede molto tempo alla ristorazione
PROCEDIMENTO
Devi disporre in cucina di 400 grammi di pasta. Sono indicate le pennette, quelle rigate o le orecchiette, ma, in caso di mancanza delle une o delle altre, va bene qualsiasi tipo di maccherone. Altri ingredienti consisterebbero in una confezione di panna da cucina sui 250 ml, in 180 grammi, o poco  più, di salmone affumicato, in una bella zucchina e in qualche ciuffo di prezzemolo fresco. Comincia a mettere una pentola con acqua sul fuoco. Aggiungici un pizzico di sale e attendine l’ebollizione. Servirà, come avrai ben capito, per la cottura della pasta. 
Nel frattempo lava per bene e asciuga la zucchina. Di quest’ultima fanne poi dei piccoli pezzettini o delle rondelle finissime. Quindi prendi una padella, aggiungici un filino di olio e metti a cuocere i pezzetti di zucchina. Ci vorranno pochissimi minuti, essendo la stessa tagliuzzata finemente. A cottura ultimata aggiungi il salmone affumicato e la panna. Abbassa la fiamma sotto la padella e attendi che il tutto possa  amalgamarsi a dovere.
Spegni pure la fiamma.  Una volta che la pasta è pronta, non dovrai fare altro che riversarla nella padella e rigirarla  più volte, per permettere agli ingredienti (panna, salmone, zucchina e pennette) di "legare" bene tra loro. Prima di servire a tavola cospargi la pietanza con del prezzemolo fresco sminuzzato finemente e, se si preferisce, aggiungi anche una spolverata di pepe.
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