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Biscotti natalizi per decorare l’albero di Natale

05:10 Posted In Edit This 1 Comment »

A breve saremo chiamati a “vivere”  quella magica atmosfera fatta  di palline e luci  multicolori, di fili argentati, di abeti verdi  e foglie di agrifoglio, di campi e strade innevate, di mille e più  fiocchi rossi.  Il Natale è ormai vicino. La creatività avrà campo libero  e investirà, con addobbi vari, ogni angolo e spazio a  disposizione sia  del singolo che della collettività.  Magari riguarderanno finestre, porte, camini, vetrine,  giardini, negozi, tavole….Ecco proprio le  “tavole” ! A queste  vogliamo volgere la nostra attenzione per aggiungere  una nota  in più  di allegria, di colore, di dolcezza e di semplicità, preparando i  coloratissimi e squisiti biscotti natalizi.
Sono biscotti che, oltre ad essere gustati a tavola,  possono benissimo essere usati per decorare l’albero di Natale. Basterà fare un buco in alto e infilarvi un nastrino rosso.
Ma vediamo come si fanno?
Innanzitutto  devi approntare la pasta frolla o acquistare quella già pronta che trovi in commercio. A te la scelta. Su una spianatoia di legno disponi a vulcano la farina (300 gr). Al centro metti lo zucchero (100 gr), il burro  (100 gr), 2 uova e una bustina di lievito per dolci. Impasta con la punta delle dita il tutto per un bel po’ di tempo, fino ad ottenere una palla di pasta frolla molto liscia ed omogenea. Terminato l’ammasso,  avvolgilo in foglio di carta trasparente e lascialo riposare nel frigo per circa 1 ora.  Trascorsa il tempo delle refrigerazione, la pasta sfoglia è pronta per fare i nostri biscotti. Spolvera un po’  di farina sulla spianatoia e poggiaci la palla di pasta frolla e con un mattarello stendila per bene, dandole uno spessore di circa mezzo cm.
Prepara gli stampini riproducenti forme natalizie diverse  (abete, babbo natale, stella, casette ecc..). Li puoi acquistare  negli ipermercati, al reparto casalinghi. Poggia queste formelle sulla pasta, una volta stesa e ritaglia tante forme di biscotti. Quindi disponili su di una teglia foderata con carta da forno. A parte prepara i colori nel modo che appresso dirò.
Rompi le uova, e poi distribuiscine il liquido in varie ciotoline, dove verserai delle gocce di colore alimentare, diverso l’uno dall’altro. Mescola bene il colore nell’uovo e poi intingici i pennelli e passa sulla superficie dei biscotti, secondo quel che rappresentano. Inforna  in un forno già caldo a 180° per una decina di minuti o poco più. Ed ecco i tuoi gustosissimi e colorati biscotti sono pronti per la tavola e per l'albero di Natale.
 

Come e quando pulire le orecchie del cane

00:36 Posted In Edit This 0 Comments »
Un accumulo di cerume, di sporcizia e di peli nel canale uditivo del cane, se non rimossi, potranno essere causa di serie infezioni, in particolare di otiti e non solo. Una buona misura preventiva è rappresentata  dalla regolare pulizia delle orecchie. E’ un intervento della massima semplicità e fa parte delle cure settimanali dovute al tuo amico.
Un’avvertenza non insignificante: per rimuovere il cerume o la sporcizia dal condotto auricolare non usare mai  i famosi  bastoncini  di cotone. Oltre a non  ottenere l’effetto che desideri, potresti causargli danni  auricolari non indifferenti.  Uno fra i tanti, ad esempio, sarebbe la penetrazione  in profondità proprio di quel cerume, che ti sei proposta di rimuovere. Per la pulizia settimanale  hai solo bisogno di un panno morbido  e di  un detergente liquido specifico per le orecchie, ossia di  un "ceruminolitico".
 
DETERGENTI AURICOLARI

Ne esistono di varie marche in commercio. Basterà recarsi in un negozio di articoli per  animali oppure acquistarlo online. Ve ne sono di oleosi, di liquidi, di spray e  a gocce. Questi ceruminolitici contengono delle sostanze, che permettono di portare in superficie il cerume, distaccandolo dalla sede e successivamente di facilitarne la rimozione, senza traumi per l’animale. Come usarli?
Sarà sufficiente lasciar cadere alcune gocce di prodotto nel condotto uditivo esterno e  massaggiare contemporaneamente la base dell’orecchio, in modo che il prodotto abbia a distribuirsi bene in profondità fino al timpano.
Ti consiglio di farti aiutare da qualche familiare  per tenere fermo il cane, abbracciandolo all’altezza del collo.
Intanto tu cerca di tranquillizzarlo, di accarezzarlo e di coccolarlo, usando un  tono pacato e affettuoso. Ogni qualvolta introdurrai il detergente (puoi farlo anche più volte), lascia che esso vi sosti per circa una trentina di secondi. Appena fuoriuscirà in superficie, raccogline  lo sporco con un panno morbido o anche con una garza pulita.
Vedrai che un aiutino te lo darà anche il tuo amico, scuotendo più volte il capo e conseguentemente le  orecchie.
Comunque, per eliminare un eventuale residuo di prodotto, cerca di asciugare bene la parte più esterna del padiglione auricolare.

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Come fare la marmellata con le bucce d'anguria

01:47 Posted In Edit This 0 Comments »
Durante la bella stagione ti sarà capitato spesso di consumare delle belle angurie rosso fuoco. Forse non sai che di questo frutto non si butta quasi niente. In che senso, ti chiederai? Nel senso che possono essere utilizzate anche  le sue  bucce, tanto spesse e pesanti,  per farne una squisita marmellata. Vediamone il procedimento.

Una volta che avrai mangiato la polpa rossa dell’anguria, conservane le bucce. Indi prendi  un coltello abbastanza affilato, meglio ancora se un pelapatate, ed elimina da esse tutta la parte esterna verde, conservando la polpa bianca dell’interno. Eventualmente ci sia qualche residuo di polpa rossa, cerca di toglierlo. Fatta questa pulizia, riduci  a dadini la polpa bianca e, dopo averla pesata, riversala in una pentola di acciaio. Aggiungi  dello zucchero, in quantità pari al peso della polpa, nonché una stecca di vaniglia e della scorzetta di limone. Disponi la pentola sul fornello, a fuoco basso e lascia che il suo contenuto cuocia per un paio di ore. Ricordati di rimestare ripetutamente con una cucchiaia di legno. Quando la cottura sarà terminata, spegni la fiamma sotto la pentola ed elimina  la stecca di vaniglia e le scorzette di limone. Quindi travasa la marmellata in contenitori di vetro, che avrai precedentemente sterilizzati e, non appena essa si sarà raffreddata, apponi  sui vasetti il tappo a chiusura ermetica.   
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Salsa aioli

01:18 Posted In Edit This 0 Comments »
Il nome di questo tipo di salsa deriverebbe dal mix dei due componenti  più importanti: aio (aglio)-oli (olio). E’ una salsa  dal sapore molto forte, direi piccante,  che si accompagna benissimo  a  carni lesse (come il bollito) o grigliate, verdure  lesse e crude, fritture di pesce. Può essere usata anche come antipasto,  insieme al pane e alle olive.  
I piemontesi e gli abitanti della zona rivierasca francese  ne fanno un uso non indifferente. 

Sarebbe  un tipo di maionese, arricchita di spicchi di aglio (4-5)  che, una volta privati del germe interno,  vanno pestati  in un mortaio o anche frullati, come meglio si preferisce. Quando il pesto di agli  è pronto,  lo si amalgama per bene alla maionese già pronta.

Come capire se il tuo animale domestico ha un forasacco nell’orecchio?

05:45 Posted In Edit This 0 Comments »
L’evento della penetrazione di un corpo estraneo nell’orecchio del tuo animale non è  da considerarsi  un’eccezione, ma quasi una regola, nel senso che esso, durante l’anno, è abbastanza comune, in special modo tra la popolazione canina.  Quello del forasacco poi è un fenomeno che si  evidenzia  nella stagione estiva a causa della presenza, nell’ambiente campestre come anche  nei parchi cittadini accessibili agli animali domestici, di spighe, appartenenti alla famiglia delle graminacee  selvatiche.

Quali sarebbero i comportamenti  posti in essere da un animale domestico colpito, ad esempio, a livello auricolare, dal subdolo  forasacco? Se, dopo una bella passeggiata o corsa in campi e in prati, o anche  nei giardinetti pubblici dove sono presenti  delle ariste, l’animale cammina con la testa abbassata e rivolta verso un lato, la scuote ripetutamente e si arresta più volte per grattarsi  l’orecchio con la zampa posteriore,  è abbastanza  probabile che sia andato incontro ad uno spiacevole evento: un'infiltrazione nell’orecchio di un corpo estraneo di cui cerca, con i movimenti detti, di liberarsene. Se evidenzi questo tipo di comportamento, non provare ad  intervenire col fai da te, perché potresti  peggiorare la situazione. Non sottovalutarne neanche la portata, perché questo tipo di accadimento può degenerare e causare seri danni  all’orecchio, danni che vanno da gravi infezioni batteriche  fino alla perforazione della membrana timpica con conseguente deficit uditivo.

Sappi che i forasacchi  sono di dimensioni molto ridotte, di colore giallo  e hanno la forma di una  lancia, con una  punta acuminata e dei filamenti pelosi che fungono da uncini, grazie ai quali  possono avanzare lentamente ma inesorabilmente nella zona dove sono penetrati.  Cosa, dunque, sarebbe più opportuno che tu facessi per evitare  che il tuo amico possa andare incontro a qualcosa di simile? Innanzitutto dovresti evitare, nel periodo estivo, di portarlo in ambienti  dove  c’è  presenza di graminacee selvatiche.  Comunque se dovesse accadere di trovarsi in presenza di questo tipo di erbacee, una volta a casa, cerca d’ispezionare il pelo dell’animale, il contorno orecchio e anche i cuscinetti plantari, per assicurarti che non ci sia la presenza di forasacchi .

Qualora ne rilevassi qualcuno, ma solo a livello di cute,  puoi provare a rimuoverlo tu. Poni  però la massima attenzione a non farlo spezzare.  Se il forasacco è invece nella cavità auricolare, niente “fai da te”.  Portalo subito dal veterinario. Questi, se il forasacco è a livello superficiale, una volta individuatolo,  lo rimuoverà  con una pinzetta. Se invece  è penetrato già nel condotto, allora dovrà fare uso di un otoscopio o di un endoscopio. Sia  nell’utilizzo dell’uno che dell’altro strumento, l’animale  dovrà essere anestetizzato,  perché non abbia a fare il benché minimo movimento durante  il delicatissimo intervento di rimozione.

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Come tagliare una bottiglia di vetro per un presepe in miniatura

05:49 Posted In Edit This 1 Comment »
Le feste natalizie si stanno approssimando e tu hai programmato di realizzare un minipresepe in una bottiglia di vetro, ma non sai come tagliarla nella parte sottostante. Ci sono tanti modi per farlo. Quello che enuncerò qui è il metodo più usato ed è basato sul principio dello "sbalzo termico". Vediamo come si fa.

Una volta che avrai scelto la bottiglia, riempila di acqua fino al punto in cui intendi eseguire il taglio. Io ti mostro un taglio fatto a metà bottiglia, ma è ovvio che puoi farlo dove meglio ti aggrada. La procedura è sempre la stessa. Per inserirvi delle ministatuine del presepe ti consiglio di effettuarlo sul fondo, ad una altezza di 3-4 cm dalla base della bottiglia.

Riempita la bottiglia d’acqua, prendi un pezzo di spago di grossezza media e di circonferenza un po’ più grande della bottiglia stessa.

Versa ora dell'acool in una ciotolina, e imbevi per bene in esso il pezzo di spago.


Una volta pronto, legalo con un paio di nodi attorno alla bottiglia, avendo cura che resti perfettamente allineato al livello dell’acqua che hai messo all’interno della bottiglia.

Prima che l’alcool evapori intorno allo spago, prendi un accendino e dagli fuoco. Lascia che bruci completamente. Indi solleva l’intera bottiglia e calala in una bacinella d’acqua, approntata in precedenza.

 
Lo sbalzo termico farà sì che la bottiglia si separerà nettamente in due.
Un ultimo intervento da parte tua e il lavoro di taglio sarà terminato. 
Ti resta solo da dare una levigatura alle due parti in cui il vetro è stato tagliato. I bordi purtroppo, dopo il taglio, ti usciranno abbastanza frastagliati e per niente lisci, e ciò potrebbe essere causa di qualche ferimento della tua persona, nel momento in cui ti accingerai ad inserirvi le statuine o quant’altro.

Panini alla crema agrumata di pesce

00:12 Posted In Edit This 0 Comments »
I panini alla crema di pesce sono dei golosi panini al latte interamente farciti di crema di pesce, agrumata al limone. E’ una ricetta all’insegna della semplicità, che può essere consumata benissimo quando, durante la giornata, avvertiamo qualche “languorino ” di stomaco. La quantità degli ingredienti è puramente indicativa specie per quanto attiene al pesce perché puoi, a tuo piacimento, aumentarla per avere un sapore molto più forte. Vediamo gli ingredienti.

INGREDIENTI ED ESECUZIONE

Prepara sul piano di lavoro 8 panini al latte rotondi, 6 fette di merluzzo fresco oppure 200 gr. di salmone rosa, 150 gr di burro, 150 grammi di mascarpone, un cucchiaio di prezzemolo tritato, il succo di un limone, olive nere, sale e pepe. Iniziamo, approntando per primo la crema di pesce. La procedura è sempre la stessa sia che tu voglia fare una crema di merluzzo o di salmone o di altro tipo di pesce, quello che magari preferisci di più. rendi dunque il mixer e immetti al suo interno il pesce tagliato a quadratini, il burro (meglio se fatto ammorbidire,un po’ di latte, il mascarpone e qualche goccia di limone.
Attivalo e mixa il tutto, fino ad ottenere una crema soffice. Aggiungi, verso la fine, un po’ di sale e pepe. La crema di pesce è bella e pronta. Ora prendiamo i panini, tagliamoli a livello di calotta e asportiamone la mollica interna. Disponiamoli tutti in una bella placca, non prima di averla “vestita” con la carta da forno e, muniti del sacchettino da pasticcere, ben pieno di crema di pesce, riempiamo i nostri panini. Diamo una spruzzatina di prezzemolo e poggiamoci sopra la calottina. Mettiamoli per alcuni minuti nel forno. Prima di servirli, infilziamo sulla calottina un’oliva denocciolata.
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Pizzette veloci, fatte cotte e mangiate

01:23 Posted In Edit This 0 Comments »
Vuoi approntare delle pizzette squisite  e molto veloci da fare, magari come antipasto sfizioso, oppure per un week end o ancora per degli ospiti inattesi? Bene, ti basterà mettere in pratica questa ricetta semplicissima. Cosa ti serve? Alcune fette di pancarrè, un po’ di polpa di pomodoro (in mancanza va bene anche del sugo già pronto), della  mozzarella o del formaggio fondente, un pizzico di sale, qualche foglia di basilico, olio extravergine di oliva. Se sono di tuo gradimento, puoi aggiungervi anche delle alici.

ESECUZIONE

Prendi le fette di pancarrè ed elimina tutt’intorno la crosta. Poi con  una tazzina da caffè del diametro di circa 6 cm. premi su esse e forma tanti dischi uguali tra loro. Su ciascuno metti un po’ di polpa di pomodoro, un pezzetto di mozzarella e di foglia di basilico, un po’ di sale e qualche goccia di olio di oliva. Ungi leggermente una teglia e adagia le tue pizzette su essa.
Passale poi nel forno già caldo, a 200 gradi, per una decina di minuti circa o anche meno. Dipende dal tipo di forno che si ha (a gas, elettrico o ventilato). Sono possibili delle variazioni con acciughe e una spruzzata di origano. Servile ben calde…e il palato ti ringrazierà! 
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Come fare i ravioli alla salsa di noci

06:17 Posted In Edit This 0 Comments »
La pietanza  appartiene al gruppo dei cosiddetti piatti veloci. Può  infatti  essere realizzato in appena mezz’ora. Tienine in debito conto, in caso di una visita improvvisa  di ospiti. 
Prepara sul fuoco una piccola pentola con acqua. Non appena questa raggiunge il bollore,  cala, all’interno, una decina di noci senza il guscio. Falle scottare appena appena e poi, una volta raffreddate,  togline la pellicina. Intanto priva un mezzo panino della  sua mollica e imbevila nel latte. Una volta pronta, prendi il frullatore e metti al suo interno sia le noci che la mollica di pane, e ancora un pizzico di aglio, un paio di cucchiai di olio, dei pinoli  e  del formaggio grattugiato.

Aggiungi al tutto la panna e, se preferisci, anche un po’ di prezzemolo. Attiva l'apparecchio e fai frullare per bene, fino ad avere un composto liscio e denso. A parte metti a cuocere i ravioli. Se non li hai a disposizione al momento, non preoccuparti. Puoi benissimo sostituirli con le tagliatelle. Una volta che la pasta sarà cotta, scolala e poi disponila in un vassoio. Aggiungi un po’ di burro e versaci sopra la salsa di noci, precedentemente approntata. Rigira per bene in modo che il tutto raggiunga un’ottima amalgama.
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Come fare un presepe riciclando bottiglie di vetro

11:52 Posted In Edit This 0 Comments »
Il presepe che propongo  chiama in causa un materiale molto presente in casa. Si tratta delle bottiglie di salsa o quelle dei succhi di frutta, se si vogliono di gran lunga più piccole, entrambe in vetro. Invece di buttare questo materiale, cerchiamo di riciclarlo. Con esse e con un po’ di fantasia è possibile creare tanti personaggi originali  e approntare un bel presepe di Natale. Vediamone la procedura.
Innanzitutto muniamoci del materiale occorrente  consistente in bottiglie di vetro, pezzi di ferro dolce, ovatta, calze bianche,  mille e più cianfrusaglie, residui di stoffa vecchia, veletti di ex bomboniere, nastrini colorati, residui di gomitoli di lana, pistola per la colla a caldo. Una volta raccolto il tutto, iniziamo pure  il lavoro.


PROCEDURA


Prendiamo una bottiglia di vetro, sia essa di sugo o di frutta (la grandezza sarà a tua scelta), ripuliamola all’interno e all’esterno e asciughiamola con accuratezza. Fatto ciò, stacchiamo dei pezzi  di ferro dolce e pieghiamoli a doppio. Ci serviranno per  le braccia del personaggio. Preleviamo dal gruppo del materiale una calza bianca e imbottiamola di ovatta. Infiliamoci  all’interno i due ferri, piegati a doppio e fermiamo la calza con piccoli punti  di ago. Applichiamo il tutto alla bottiglia  ad altezza braccia, fermando quest’ultime sul retro con del nastro adesivo. Sagomiamo a nostro piacimento le braccia, girando e rigirando, come e dove si vuole, i ferri interni.


Prima di esplicitare la procedura per fare la testa, cerchiamo di  vestire innanzi tempo  i nostri personaggi, creando, con molta fantasia e secondo i pezzi di stoffa e quant'altro a disposizione (nastrini, bottoni, merletti e cianfrusaglie....), l’abito giusto, sia  per una pastorella/o che per la Madonna o San Giuseppe e tanti altri ancora. Creato e vestito il personaggio, passiamo ad approntarne la testa. La procedura è la stessa delle braccia ad eccezione del ferro all’interno: solo calza bianca, ovatta e qualche punto di ago per fermare la calza. Per gli occhi e la bocca  facciamo sempre uso di ago e filo colorato. Tirando leggermente il filo, diamo alcuni punti in rispondenza degli stessi. Questo  determinerà di per sé l’infossatura occhi e bocca, come si vede nell’immagine riportata. Completata la testa, incolliamola sul collo della bottiglia con della colla a caldo.  Il nostro personaggio non è ancora completo.

Mancano i capelli e per questi  ci penseranno i residui di lana. Potremo sbizzarrirci a fare dei riccioli (con i ferri o con l’uncinetto), oppure delle trecce, o ancora  lisci, magari con una  frangetta e due codini ai lati. Se sono dei maschietti  si partirà da un caschetto e poi si  creerà  una fila ai lati o al centro. Siamo quasi al termine del lavoro. Posizionati i capelli, non  ci resta che aggiungere ai nostri personaggi  tanti piccoli dettagli, secondo la tipologia  che abbiamo creato. Alla pastorella di cui sopra, ad esempio, è stato aggiunto un cestino e un fazzoletto in testa. Intagliando del cartone e incollandoci sopra dei residuati  di stoffa, si potranno realizzare ulteriormente tanti tipi di cappelli, di foggia e grandezza differente, cappelli da utilizzare  per i personaggi maschili e femminili, nonchè una moltitudine di svariati oggetti-dettaglio.

RITORNO AL PASSATO...

08:38 Posted In Edit This 0 Comments »

Ciao, amici! E’ da lungo tempo che non ci vediamo, vero?  Spero di esservi mancato un po’, voi a me tanto tanto!  Per quelli che non mi conoscono ancora, mi chiamo Mambly e sono  il cane parlante del blog. Se vuoi conoscere la mia storia e il mio gossip ti basterà cliccare, a lato, sulla voce “Parla un cane” che trovi in Categorie. 
Oggi  sono qui per raccontarvi l'ultima avventura di cui sono stato protagonista. E che avventura, amici miei!! Dovete sapere che la mia prima “fiamma”, con la quale ho fatto la prima  “fuitina”, si chiamava Bianchina: una bella cagna bianca, anche se un po’ “attempata”, rapportata  alla mia giovane età,  al tempo  del nostro primo incontro.

Bianchina  era solita accompagnare  un gruppo di pecore  che si recava ai pascoli viciniori, attraversando la strada che, a tutt’oggi, fronteggia  il mio terreno e la mia abitazione.  Dal nostro primo incontro  è passata  molto  acqua sotto i ponti! Per anni non ho avuto più occasione di rivederla.  Nonostante  la lunghissima lontananza, vi assicuro che non l’ho mai dimenticata. Ho sempre sentito nostalgia di lei. Bene, l’altro giorno l’ho rivista!! La vita, condotta  per anni al seguito delle pecore al pascolo, sotto la pioggia e sotto il sole,  d’inverno come d’estate, ha senza dubbio fatto i suoi danni su Bianchina. Comunque appena l’ho rivista, sono impazzito dalla gioia. Ho cominciato a guaire e ad abbaiare come non mai, nella speranza che i miei padroni mi aprissero il cancello  per  correre da lei. Macchè!
Allora  mi sono dato da fare in proprio. Ho scavato sotto la rete di recinzione, quel tanto che potesse permettere di appiattirmi come un’acciuga e di fuoriuscire dal recinto. Ci sono riuscito e sono corso dalla mia Bianchina.
Siamo stati insieme quasi tutta la giornata e poi l’ho seguita di sera fino al paese. Insomma, per la prima volta nella mia vita di cane “guardiano” triblasonato, come mi piace definirmi, sono stato indegno del mio alto lignaggio. Per corteggiare Bianchina non ho fatto ritorno a casa neanche per la  notte. Non oso immaginare le affannose ricerche, fatte dai miei padroni!! Lo so di aver procurato loro delle preoccupazioni e delle ansie, ma devono  capirmi.

Quando l’amore chiama,  dice  il poeta Kahlil Gibran, bisogna seguirlo anche se le sue vie sono dure e scoscese. E tali infatti  sono state le vie per accompagnare Bianchina fino al paese! Ma  al mattino  una sorpresa un po' "amara"!! Mi si è parato davanti  il mio padrone, pronto a  riportarmi a casa. Le sue ricerche si erano concluse! A malincuore sono salito sull’auto e, una volta al mio solito posto di "guardiano", sono stato tutta la giornata triste e depresso, al punto da non emettere alcun suono vocale. La padroncina, per rassicurarsi del mio stato di salute mi ha un po’ molestato e io le ho ringhiato. Ora sono qui, a casa, pensando alla mia Bianchina e vorrei tanto ululare il mio disagio momentaneo: Uaaaaaaaa…Uaaaaaaaaa…uaaa!

Malattia da graffio dei gatti

12:30 Posted In Edit This 0 Comments »
Come è stato già evidenziato in un’altra guida il comportamento del “graffiare” dei gatti  è un comportamento innato.  Il gatto graffia mobili e oggetti per un'esigenza innata di “farsi le unghie”, di affilarsele e ancora per un bisogno di “marcare” l’oggetto, affermandone il possesso. Ma perché  graffia le persone, anche la sua padrona?  Escludendo i graffi fortuiti, fatti in situazione di gioco, diciamo  che i felini in genere, spesso e volentieri, non amano essere molestati,  né essere fatti oggetti di  coccole troppo prolungate nel tempo.  Ad un certo punto  mostrano segni d’insofferenza.  Prima di  dire “basta”, ovvero di aggredire e graffiare,  il nostro gatto  c’invia dei messaggi corporei.

Basterà  apprendere a decifrarli per evitare di essere aggrediti.  Se lo vedi con le orecchie appiattite all’indietro,   o che agita nervosamente la coda, tenendola all’ingiù, se senti dei brontolii,  lascialo in pace, non infastidirlo oltre.  Se insisti e lo sfidi…  tieniti allora la tua dose di graffi!! Attenzione però a questi graffi!!  Esiste la cosiddetta “malattia da graffio da gatto”, una malattia  dovuta  ad un microrganismo, chiamato Bartonella hansela. Esso è presente nella saliva del gatto. Quando il nostro felino ci graffia o ci morde, se è infetto, ci trasferisce questo microrganismo. Ma che c’entrano le unghie con la saliva? Il gatto, come saprai, è portato, durante la giornata, a lavarsi, leccandosi appunto le zampette. In questo modo le unghie vengono contaminate dalla saliva. Ma  la contaminazione delle unghie può avvenire anche nel momento in cui il gatto, a causa delle pulci, è costretto a grattarsi. Devi sapere che sono proprio le pulci i diffusori, da gatto a gatto, del microrganismo della malattia da graffio.  Il felino, una volta contaminatosi, diventa portatore sano per tutta l’arco della sua vita. In lui la malattia è del tutto asintomatica e l’infezione è assai modesta. 

Prevenzione

Come possiamo prevenire la malattia? Se si ha un gatto in casa è bene ricorrere, al bisogno, agli antiparassitari e portarlo con una certa frequenza dal veterinario.  Se in casa sono presenti dei bambini, è buona norma insegnare loro a lavarsi le mani con un sapone antibatterico, dopo aver giocato o accarezzato il proprio  gatto. Quando poi si viene graffiati o morsi oltre a lavarci, come già detto, disinfettiamo la zona con acqua ossigenata.  

Sintomi

Il primo segno evidente della presenza della malattia da graffio  si ha in un arco di tempo che varia dai 3 ai 10 giorni dall’evento del  graffio e del morso ricevuti.  Nell’area colpita si potrà cominciare a notare un gonfiore  e un arrossamento, nonché una bolla rossa con pus, del tutto simile a quella che si forma a seguito di una puntura d’insetto.  Potrà essere presente  anche  una febbre non troppo alta ( 37,5°-38° C). Dopo una settimana  subentreranno sintomi come  mal di testa, stanchezza, affaticamento, mancanza di appetito e non ultimo ingrossamento dei linfonodi delle braccia, del collo o della testa, a seconda della zona  interessata dal graffio o dal morso.

Decorso della malattia

In genere il decorso è benigno e la malattia, pur in caso di presenza di febbricola, si evolve spontaneamente, anche se non in tempi brevi. Per la risoluzione definitiva potranno occorrere  infatti  da uno a quattro mesi. Altre volte invece, e più precisamente in soggetti che hanno deficit  immunitari (attenzione  in special modo ai bambini!), si possono presentare delle complicazioni, rappresentate da persistente febbre alta, da infezioni a livello di  fegato, di milza  o di polmone. Comunque è  sempre preferibile che alle prime manifestazioni, anche se insignificanti, si consulti il medico di famiglia.  Egli, attraverso esami del sangue, potrà accertare la presenza o meno della malattia da graffio di gatto e prescrivere le cure del caso.
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I parassiti intestinali in gatti e cani

07:47 Posted In Edit This 0 Comments »
                                             
La coccidiosi è una malattia protozoaria, causata da certuni parassiti microscopici(protozoi), che si annidano massimamente nelle cellule epiteliali del tratto digerente degli animali. Il nome  deriva dal greco coccos=grano  ed eidos=aspetto. Perché “aspetto del grano”? Perché  l’animale che ne è infettato , all’atto della defecazione, emette fuori  le uova di questi parassiti, uova del  tutto simili ai chicchi del grano.  La coccidiosi è una malattia diffusa in tutto il mondo e presente in quasi tutti gli animali. Ne  sono affetti  i bovini come gli ovini-caprini, i suini, i conigli, i cani e i gatti. Nella maggior parte dei casi  l’infestazione è asintomatica.   I coccidi vivono e si nutrono a spese dell’animale ospite senza che questi  abbia modo di accusare qualche problema. Ma  non in tutti i casi la situazione si prospetta  così benigna. C’è una forma di coccidiosi, che, benché rara, presenta un decorso molto  grave,  causando nell’animale infetto enteriti anche  emorragiche.

Attenzione ai  cuccioli!

Il cane e il gatto s’infestano ingerendo le uova, chiamate “oocisti”, che gli animali infetti hanno disseminato nell'ambiente  attraverso le feci. Una volta che queste forme immature  penetrano nel tratto digerente, hanno modo di maturare, divenendone in poco tempo adulte. 
Attenzione ai cuccioli di  animali dai 2 ai 4 mesi!... Le loro  scarse ed embrionali difese immunitarie consentono ai parassiti di porre in essere  un’aggressione abbastanza aggressiva.  Sono proprio essi  i soggetti più a rischio e i più colpiti dalla coccidiosi. Gli animali adulti, invece, hanno  difese immunitarie più  efficienti, tali cioè da far fronte, in massima parte, abbastanza bene a questa infezione.  Una volta infetti  non ne subiscono grossi  danni, anzi  ne diventano addirittura  portatori sani.

Sintomatologia e terapia

La sintomatologia della coccidiosi assume una forma molto generica, comune cioè a tante altre malattie. Si evidenziano segni, ad esempio, del tipo di dolori addominali, prostrazione, scarso appetito, dimagrimento e, nei casi più gravi, sintomi nervosi (come crisi epilettiche) e  difficoltà respiratorie. Negli  animali adulti generalmente si ha una forma di diarrea alternata a stipsi.

E' sempre bene ogni tanto far fare al tuo animale domestico un esame delle feci, per la rilevazione della presenza o meno delle uova di coccidi. Qualora  il veterinario ne dovesse evidenziare  la presenza, la terapia farmacologica volta a distruggere questi parassiti o ad inibirne la crescita,  è semplice e poco  costosa.

COME PULIRE LA PIETRA LAVICA DEL BARBECUE

10:27 Posted In Edit This 0 Comments »
Se ami fare grigliate aromatizzate, il barbecue a gas con ripiano in roccia lavica è la migliore soluzione. Questa specie  di pietra infatti, grazie alla sua ottima conducibilità termica, assicura agli alimenti  un calore radiante uniforme e un aroma di affumicatura del tutto simile a quello di  una griglia a carbone. Ciò che spaventa però alcuni possessori di questo tipo di barbecue pare che sia, massimamente, la manutenzione della pietra lavica. Spesso ci si domanda come effettuarne la pulizia, una volta che i grassi e i succhi della carne l’avranno annerita.

Usura della pietra e manutenzione

Non c’è chi non sappia infatti che, grigliata dopo grigliata, la pietra lavica tende ad assorbire i grassi dei cibi e quindi per questo motivo va incontro ad usurarsi fino ad averne nel tempo un vero e proprio sbriciolamento, con conseguente sostituzione. Il fenomeno dell’usura è molto facile da riconoscere. Come? Una volta saturatasi di grassi, la pietra sprigiona  intorno un odore di grassi bruciati, sia in fase di semplice accensione che di riscaldamento. Il metodo migliore e più consono a conservare la pietra il più a  lungo possibile  è  quello di porre in campo una manutenzione continua, sistematica della stessa. Basterà intervenire nella maniera che leggerai appresso.

Ogni qualvolta intendi  utilizzare la piastra di pietra lavica per una grigliata, spargi su essa, a barbecue spento, un velo sottile di sale fino. Quindi procedi alla sua accensione per la cottura della tua carne. Quando la grigliata sarà terminata, attendi parecchie ore prima d’intervenire nuovamente, per eliminare i recenti grassi colati. Anzi sarà preferibile che tu  rimanda questa seconda pulizia al giorno dopo, quando la pietra  lavica risulterà  completamente fredda.  Munisciti allora di  un spugna metallica o paglietta non saponata e di una piccola quantità di aceto bianco, che puoi sostituire anche con del sale grosso,  e sgrassa con accuratezza  il piano di cottura. Indi sciacqua con acqua, meglio se tiepida, e alla fine asciuga accuratamente con un panno di cotone.