Essi considerano la dieta “normale” la causa principale dell’esistenza e della diffusione, su larga scala, delle cosiddette “malattie del benessere” del mondo occidentale.
Tra queste malattie del benessere, annoverano quelle di natura cardiovascolari, il sovrappeso, il diabete e non certamente ultime le varie forme di cancro.
Questa loro conclusione pare che sia anche supportata da molti studi condotti dalle organizzazioni sanitarie mondiali. Tra quest’ultime ritroviamo, ad esempio, l’organizzazione mondiale della sanità (OMS), l’Associazione Britannica e quella dell’American Dietetic e altre appartenenti al Continente cinese. Queste organizzazioni sono pervenute alla conclusione di
definire le diete “vegetariane” le più sane di tutte. Con l’aggiunta che più si va verso la dieta vegana e maggiori sono i vantaggi salutistici che si possono avere. Una curiosità non insignificante.
In America molte assicurazioni sanitaria offrono sconti non di poco conto a quanti sono vegetariani e vegani.
VANTAGGI
Se diamo uno scorcio ai risultati di una ricerca condotta
per la individuazione dei benefici del vegetarismo ci rendiamo conto come essa abbia evidenziato una diminuzione di circa il 30% di mortalità per cardiopatia ischemica tra i vegetariani.
Quindi tra gli innumerevoli vantaggi offerti dalla dieta del vegetarismo c’è proprio una lunga aspettativa di vita. Perché?
Perché sono diete che presentano un contenuto molto basso di proteine, di grassi saturi, di colesterolo, e livelli invece più elevati di carboidrati , di fibre, nonché di magnesio, potassio, acido folico, vitamine “C" ed "E”.
Sarebbe proprio la presenza di un basso livello di colesterolo e di grassi saturi che porterebbe i vegetariani a stare ben lontani dalle patologie cardiovascolari. In più va aggiunto che queste diete sono diete a basso contenuto di sale e ricche di potassio. Quindi ci sarebbe una riduzione
importante anche dei problemi legati all’ipertensione. Ma i vantaggi non
finirebbero qua.
L’alto livello di fibre, di cui abbiamo fatto già cenno,
porterebbe ad un controllo molto più efficiente del diabete di tipo 2.
Gli alimenti contenuti nelle diete vegane e vegetariane sono tutti alimenti assai digeribili. Il che vorrebbe dire …non sottoporre il sistema digestivo ad alcun sforzo e sovraccarico, con il pericolo e il rischio di contrarre un cancro allo stomaco e all’intestino.
D’altronde la pratica di consumare nella dieta verdure, frutta , noci, semi e cereali , legumi con o senza latticini né uova, offrirebbe, a loro dire, tutti i nutrienti necessari all’organismo e quindi a ricavarne da ciò solo grossi benefici per la salute.
Ma non tutti sono d’accordo nel confermare questi vantaggi, sì tanto decantati.
Alcuni tendono invece a metterne in evidenza gli aspetti negativi delle diete che accomunano alquanto vegani e vegetariani veri e propri.
SVANTAGGI
Innanzitutto si parla di carenze a livello di vitamine, di calcio, di ferro e di acidi grassi. Anche la creatina che serve per il sostentamento muscolare sarebbe di gran lunga inferiore alla richiesta che di essa ne farebbe il nostro corpo.
E non è questo il solo danno. Ce n’è uno ancora più serio, che, secondo alcuni nutrizionisti, va preso nella massima considerazione.
Riguarderebbe l’anemia perniciosa, derivante da una carenza di vitamina B 12, a meno che non si supplisca a questa carenza con uova e latte come fanno alcune sottocategorie di vegetariani, che introducono nella loro dieta questi alimenti.
Un elemento questo che non sarebbe affatto da sottovalutare. Certamente nelle diete particolarmente rigide, tipo quelle dei vegani, la mancanza di vitamina B12, che si trova solo nelle fonti alimentari animali, può seriamente interferire nei meccanismi di produzione di globuli rossi e del midollo osseo. La carenza porterebbe anche alla comparsa di seri problemi al sistema nervoso.
Inizialmente si avvertirebbero solo dei formicolii e una ridotta sensibilità ai piedi e alle mani.
Come si difendono i vegetariani da questo attacco dei nutrizionisti? Stando ad essi, una carenza di vitamina B12 nelle loro diete sarebbe estremamente rara, pari cioè a una probabilità su un
milione.
Oltretutto a difesa della loro alimentazione, i vegetariani adducono
il fatto che, anche quando si presentasse un problema severo di riduzione del numero dei globuli rossi, non sarebbe poi un problema irrisolvibile . Si potrebbe facilmente intervenire e sopperire alla quantità insufficiente con l’introito all’esterno di una piccola quantità di vitamina B12. Anzi è già da un certo tempo che alcuni vegetariani introducono nella loro dieta quella che viene definita la migliore e più alta fonte di vitamina B 12.
Sarebbe stata individuata nella famosa alga “nori”, l’alga rossa che viene comunemente utilizzata per il sushi. Sarebbe una verdura di mare particolarmente proteica, contenente non solo importanti quantità di vitamina B 12, ma anche gli omega 3, il ferro e il betacarotene. E’ una delle verdure di mare dal gusto molto delicato e particolarmente gradevole. La si può consumare cruda in insalate o
scottata.
Ma lasciamo questa alga al suo ambiente e continuiamo a parlare ancora delle controindicazioni di una dieta rigida vegetariana. Restiamo comunque sempre nel campo delle vitamine e precisamente segnaliamo la carenza delle vitamina D, che creerebbe dei problemi alle ossa e ai denti, ma non solo ad essi. Ci sarebbero anche dei problemi riguardanti l’assorbimento del calcio e del fosforo.
Un’altra segnalazione negativa sarebbe quella del ferro,
che benché sia presente anche nei piselli e negli spinaci che i vegetariani pure assumono nella loro dieta, pare che non sia sufficiente come quantità ad assolvere a tutti i compiti preposti. A smentire questa asserzione ci sarebbe uno studio condotto in Gran Bretagna. In esso viene detto che i livelli di ferro nei vegetariani e nei vegani su di loro, sarebbero risultati in media superiori a quelli di una popolazione, che invece farebbe uso di una dieta cosiddetta “normale”.