Il lupo e la gru
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Un giorno un lupo, noto a tutti gli animali della zona per la sua cattiveria e famelicità, stava divorando beatamente la sua preda quando un ossicino della stessa gli si conficcò in gola e per quanti sforzi mettesse in campo per liberarsene non riusciva a risolvere. Il dolore cominciava a farsi sempre più acerbo e la respirazione a difficoltargli.
Come impazzito correva a dritto e a manca, promettendo a chiunque incontrava premi e ricompense in cambio di un soccorso. Andò a bussare anche alle porte dei suoi amici animali ma questi, timorosi della sua ben nota crudeltà e malvagità, si guardavano bene dal prestargli il benché minimo aiuto.
Arrivato presso uno stagno s'imbatté in una gru alla quale, con atteggiamento remissivo e sottomesso, promettendo sempre ricompense, chiese di aiutarlo ad estrarre l'ossicino dalla gola. La gru, convinta della bontà del lupo, si offrì di aiutarlo. Infilò il lungo becco nella bocca dell'animale, penetrandogli fino in gola, e dopo qualche tentativo riuscì a portare fuori l'ossicino. Il lupo si sentì all'istante bene e cominciò a gioirne non poco. Intanto la gru aspettava dall'animale la ricompensa promessa e siccome non le giungeva alcunché, ne fece esplicita richiesta. Il lupo si fece serio e, con voce alterata e gli occhi rossi di fuoco, si rivolse alla gru, apostrofandola come "ingrata". Queste le sue parole: "Ingrata che non sei altro, tu chiedi a me una ricompensa ? E cosa sarebbe quella che ti ho già dato? Ricordati che avrei potuto azzannarti la testa, una volta che eri nelle mie fauci a togliermi l'osso. Non l'ho fatto e ti ho risparmiato la vita. E' tempo che tu sparisca prima che ci ripensi!"
MORALE DELLA FAVOLA: Chi crede di ricavare ricompense e gratitudine da un malvagio, sbaglia due volte. Primo perché aiuta chi non lo merita, cioè uno scellerato; secondo perché rischia di riportarne qualche danno di non lieve entità.
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