03:24
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FAI DA TE
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Chi non conosce il didò? E’ una pasta modellabile alla stregua della plastilina e del pongo. I bambini ne vanno matti e si attivano volentieri nell’affiancare gli adulti a fare tanti piccoli e originali lavoretti. Può essere usata, in larga misura, anche dai più piccoli che, in genere, amano volentieri ridurla in mollichine piccole piccole, non dopo aver stampigliato, con un colpo secco e ridendo a crepapelle, la loro manina. Va detto che è una pasta particolarmente duttile e malleabile, a misura proprio dell’operatività dei bambini che amano, a ogni pie’ sospinto, fare e disfare, costruire e distruggere. L’unico inconveniente, se proprio lo vogliamo dire, è quello di far piangere alquanto le nostre tasche. In che senso? Nel senso che non è affatto un prodotto economico. Quindi è bene abbandonare l’idea di acquistare i panetti che sono in commercio e provare a farseli da soli in casa. Oltretutto il procedimento è assai banale, la ricetta è universale, composta di pochi ingredienti, che sono alla portata di tutti in cucina. Va detto che di essa non se ne conosce l’ideatore! Prima di passare alla ricetta, un’ultima aggiunta. Il didò, fatto in casa, non è per niente tossico e, quantunque i piccoli decidano di portarselo alla bocca, sono costretti in breve a ricacciarlo perché è salatissimo e ha un sapore disgustoso. Qui di seguito una delle innumerevoli varianti della ricetta originaria del didò.
Ricetta
Ingredienti: 2 tazze di farina, 2 di acqua, 1 tazza di sale fino (ben frullato), mezza tazza di Maizena (serve a rassodare la pasta, rendendola meno appiccicosa), 1 cucchiaio di olio e uno di cremor tartaro (si vende in farmacia in bustine da 25 gr, ma anche nei supermercati), qualche goccia di colorante alimentare (colori di base: rosso, blu, giallo).
Esecuzione
Metti in una grossa ciotola tutti gli ingredienti. Se hai intenzione di fare tanti panetti di colore diverso, è ovvio che, al momento dell’impasto, devi tenere fuori i vari coloranti. Versa poi l’amalgama in una padella antiaderente e cuoci il tutto, a fuoco dolce, per pochissimi minuti, girando con una cucchiaia di legno, fino a quando il tutto non diventi pastoso. Togli allora la padella dal fuoco, attendi che la pastella abbia raggiunto una temperatura discreta, tale cioè da potere essere presa tra le mani ed essere lavorata. Cerca con essa di formare un panetto unico, per poi dividerlo in tanti pezzetti, quanti dovrebbero essere quelli da colorare.
Prelevane uno alla volta, appiattiscilo bene con le mani, e inserisci all’interno, nella parte diciamo pure centrale, una goccina di colorante. Richiudi e rimpasta, rigirandolo più e più volte, fino a quando tutto il pezzo di pastella non abbia a colorarsi per bene.
Una volta terminati i piccoli panetti colorati, riponili in un vasetto di vetro o in sacchetti alimentari, direttamente in frigo, in modo che non abbiano ad indurirsi all’aria, ma si presentino sempre malleabili per un tempo lunghissimo.
Un’avvertenza. Se, mentre stai impastando, avverti che il didò tende ancora ad appiccicarsi alle dita, aggiungi un altro po’ di farina Maizena.
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02:53
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GUIDE
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Hai lasciato dei frutti maturi fuori frigo e uno di essi si è marcito. Da ciò, in breve tempo, sono venuti fuori gli indesiderati e fastidiosissimi moscerini che ora sciamano, a più non posso, nella tua cucina. Forse non sapevi che la frutta matura non deve essere lasciata sui mobili senza una protezione adeguata, perché offre ai minuscoli volatili il terreno fertile per allevare e deporre le uova su qualche frutto in decomposizione. Cosa di non poco conto, sai perché? Perché la femmina del moscerino, pur avendo una durata di vita molto breve come gli stessi maschi, intorno alle due settimana circa, è capace in breve tempo di deporre fino a 600 uova. Gli ambienti che preferisce, oltre alla frutta marcia, sono i bidoni della spazzatura (il cosiddetto umido), l’acqua stagnante e le piante di appartamento con terreno saturo di acqua. Vediamo allora come liberarci al più presto di questi moscerini, una volta presenti nella nostra cucina. Qui di seguito i rimedi “fai da te” più efficaci.
Aceto
Saprai senza dubbio che i moscerini sono particolarmente attratti dall’odore dell’aceto. Bene, accontentiamoli!... Facciamo una trappola con questo alimento. Prendi una ciotolina, versaci un paio di dita di aceto e poi, usando un involucro di plastica trasparente, coprila, non prima però di aver praticato dei piccoli fori nella pellicola. Puoi fare uso anche di un contenitore in vetro a chiusura ermetica oppure di una lattina usata. Ovviamente i fori dovranno essere fatti con dei piccoli chiodi o con delle viti. I moscerini, una volta attratti dall’odore dell’aceto ed essere entrati in questi contenitori, non hanno più possibilità di uscirne. Alla stessa stregua funzionano le trappole con acqua e zucchero semolato oppure con succhi di frutta.
Alcool e Citronella
Se vuoi divertirti a rincorrere e a catturare i moscerini che ti passano davanti agli occhi usa una bottiglietta spray con acqua e acool. Un solo spruzzo sull’insetto ed è fatta! Un altro rimedio efficace è quello del ricorso all’olio di citronella. Puoi acquistarlo in qualsiasi supermercato, al reparto “repellenti zanzare”. Una volta a casa, prendi una bottiglietta spray e metti all’interno 2 cucchiai di olio di citronella, qualche goccia di sapone liquido e l’acqua. Agita per bene fino a quando non vedrai sciogliersi, grazie al sapone, l’olio. Appena la miscela sarà pronta, irrora con essa le zone vicine ai bidoni della spazzatura e un po’ tutt’intorno nei diversi angoli della casa.
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GUIDE
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Si sa che la presenza della frutta sulle nostre tavole è un qualcosa di indispensabile dal punto di vista nutrizionale. Il perché è ben noto ai più. C’è però da fare un’aggiunta che forse interesserà un certo numero di persone. La frutta, consumata nel modo giusto, può agevolare ed essere un’ottima alleata nel dimagrimento che ci siamo proposti. Volendo essere più precisi, diciamo che ci sono particolari frutti che, tra le tante proprietà, ne hanno una in particolare, che va nella direzione di bruciare i grassi. E questo contrariamente a quanto si è portati a credere e cioè che non c’è peggior nemico, in una dieta dimagrante, che fare uso di frutta, per gli alti livelli di zucchero e di calorie che contiene. Senza dubbio questo è vero, ma solo nella misura in cui proviamo ad eccederne nel consumo. Invece consumata, come si diceva inizialmente, nel modo giusto, non può che aiutarci a perdere peso. Tutto questo ci viene confermato da importanti, quanto autorevoli, ricerche mediche. Vediamo allora quali sarebbero i frutti deputati a bruciare i grassi.
MELE E AGRUMI
Cominciamo dalle mele. A proposito di esse, chi non conosce il saggio detto popolare: “Una mela al giorno, leva il medico di torno”? Bene, aggiungiamoci anche che “due mele al giorno levano i chili di torno”. Perché mai? Perché la mela contiene la pectina che, oltre a limitare, a livello intestinale, l'assorbimento dei grassi, ha la capacità, una volta nello stomaco, di legarsi all'acqua, aumentando, secondo quanto ci dicono gli studiosi della materia, il proprio volume in maniera rilevante rispetto a quello secco. In virtù di questo fatto, i morsi della fama si placano e, dopo aver mangiato mele, ci sentiamo gonfi e sazi per parecchie ore del giorno, tenendo a bada così i chili di troppo.
E passiamo agli agrumi quali arance, mandarini, limoni, pompelmi… tanto per nominarne alcuni. Essi, in quanto ricchi di vitamina C, sono in grado di bruciare, in maniera davvero ottimale, i grassi e di facilitarci la perdita di peso.
AVOCADO E ANANAS
E che dire dell’avocado, ricco di fibre, un frutto esotico capace di favorire il transito intestinale? Secondo gli studiosi, esso contiene una quantità notevole di acido oleico e grassi monoinsaturi che agevolano lo scioglimento degli inestetici rotoloni di grasso, che abbiamo magari accumulato sulla pancia.
Ed eccoci al frutto ritenuto “il brucia grassi per eccellenza”. E’ l’ananas, un frutto da consumare alla fine di ogni pasto. E’ particolarmente diuretico, e quindi contro la ritenzione idrica. Ma, tra le tantissime proprietà positive che possiede, c’è ne una che va posta molto in evidenza. Mi riferisco alla presenza di un enzima che viene appellato come “enzima dimagrante”, cioè alla bromelina. Come opererebbe questo enzima? Una volta in presenza di grassi li scioglie, li immette nel flusso sanguigno e da qui li elimina completamente.
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FAI DA TE
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Trovandoci in clima di maschere “fai da te”, te ne propongo un’altra, abbastanza in voga, che renderà la tua pelle viso molto luminosa, morbida, compatta e liscia. E’ una maschera che può essere applicata su tutti i tipi
di pelli, siano esse secche o grasse. L’ingrediente
principale è il cioccolato fondente.
Perché fondente e non anche al latte? Perché non tutti i tipi di cioccolato
hanno un’alta percentuale di flavonoidi, al pari di quello fondente.
Il cioccolato bianco, ad esempio, ne è
addirittura privo, mentre quello al
latte ha una percentuale di gran lunga inferiore. Ma cosa sarebbero i
"flavonoidi"? Sono potenti antiossidanti che fanno piazza pulita dei radicali liberi.
Vediamo dunque come approntare
la maschera al cioccolato. Le modalità sarebbero due: a te la scelta!
Prima modalità
Cominciamo con la prima. Ecco gli ingredienti : due o più barre di cioccolato, una tazza di latte e 3 cucchiai rasi di sale marino
fino. Prendi una ciotola e spezzetta al suo interno le 2 barre di
cioccolato. Quindi versaci sopra il latte e aggiungi anche i cucchiai di sale. Rimescola e poi accendi il fuoco (a fiamma dolce) e mettici
sopra una casseruola con un po’ d’acqua e all’interno, a bagnomaria, la ciotola
con tutto il suo contenuto. Rigira più volte con una cucchiaia di legno, talché
il cioccolato possa sciogliersi a dovere.
Poi spegni il fuoco e aspetta che
il contenuto della ciotola raggiunga una
temperatura ambiente. Indi prelevalo
con una steccolina o con le dita della mano e cospargiti con esso il
volto. Fai sostare questa maschera per circa una ventina di minuti.
Trascorso il tempo, risciacqua con acqua
tiepida.
Seconda modalità
Gli ingredienti per la seconda opzione sono i seguenti: 3 cucchiai pieni di miele e parimenti di panna, 2 di polvere
di farina d’avena e un paio di dita di polvere di cacao amaro. Amalgama a freddo il composto, agitandolo con una frusta. Una volta pronto, applicalo
sul viso facendo movimenti rotatori con le dita. Lascia riposare il tutto per
15 minuti e poi risciacqua con acqua
tiepida, come già detto in precedenza.
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FAI DA TE
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Non c’è maschio o femmina che, in età puberale, non sia stato
colpito dai brufoli. Spuntano all’improvviso, quando meno ce l’aspettiamo. Sono antiestetici e, in certuni casi, anche
dolorosi. Quale la loro origine, o meglio
causa? In genere l’artefice è il sebo,
la sostanza naturale molto grassa,
prodotta dalla nostra pelle per difenderci da agenti esterni. Purtroppo, quando esso è abbondante, produce danni ai pori follicolari, occludendoli
e dando origine al brufolo. Quando ne vedi comparire qualcuno sul viso, non provare a spremerlo. Questo tipo dì intervento servirà solo a peggiorare la condizione e magari a lasciarti qualche cicatrice.
Ghiaccio e dentifricio
Sappi che ci sono a disposizione tantissimi rimedi naturali per sbarazzarti di questi ospiti indesiderati e prevenirne le cicatrici. Cominciamo
col menzionare il primo, abbastanza rapido, che fa ricorso al ghiaccio. Trita
un cubetto di ghiaccio, o usalo per intero. Avvolgi il tutto in un morbido
panno di cotone e posizionalo sul brufolo. Lascialo agire per circa una trentina di secondi. Ripeti questo intervento un paio di volte in un giorno e vedrai già il
brufolo sgonfiarsi. Un altro trattamento, molto noto direi, è quello che fa uso di un normale dentifricio bianco (o a menta), non il tipo gel.
Prima di andare a dormire applica un po’ di dentifricio sul brufolo e lascialo agire per l’intera
notte. Al mattino ti basterà asportarlo, lavandoti il viso normalmente. E’ un rimedio questo che porterà in breve all’essiccamento dei tuoi foruncoli.
Limone e cetriolo
Un altro tipo d’intervento, che si può annoverare tra i rimedi cosiddetti della nonna, prende in considerazione il limone. Spaccane uno a metà e strofinalo sui
brufoli. Lascialo poi agire tutta la notte,
come per il dentifricio. Al mattino li troverai di gran lunga
ridotti, se non addirittura completamente scomparsi. Usando pressappoco la stessa procedura, puoi applicare anche solo il succo del
limone. Ed eccoci al penultimo rimedio, quello del cetriolo. Frulla un cetriolo fino a farne una pasta
omogenea. Applicane una parte sulla zona
interessata a lascialo sostare per circa una cinquantina di minuti.
Successivamente lava il viso, secondo modalità che hai sempre usato.
Miele e cannella
Chiudiamo la guida con un rimedio al miele.
In una ciotolina metti 3 cucchiai di miele e un cucchiaino di polvere di
cannella. Impasta a dovere fino ad avere un composto cremoso che applicherai sui brufoli,
facendolo agire per tutta la notte. Al mattino risciacqua il viso con acqua tiepida.
Quest’operazione andrà ripetuta lungo l'arco temporale di due settimane e, alla fine delle stesse, avrai la gradita sorpresa della
scomparsa completa dei brufoli.
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02:56
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GUIDE
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Oggi più di ieri, nella grande galassia delle diete, quella del pompelmo rosa pare che sia la dieta più gettonata. Perché mai? Innanzitutto perché è una dieta facile da seguire, all’insegna della freschezza e della rapidità di perdita dei chili di troppo e poi perché molti esperti del settore la consigliano.
I benefici del pompelmo sono tanti e anche abbastanza noti. Ne accenniamo solo ad alcuni. Non solo è un frutto ricco di vitamine, di sali minerali, di fibre che riducono, alla grande, la fame, regalando al nostro stomaco un senso di sazietà, ma è anche un efficace antiossidante e un alleato non indifferente del nostro intestino, in quanto facilita il transito degli alimenti. E’ un frutto deputato a velocizzare il metabolismo degli zuccheri, bruciandoli molto in fretta e impedendo ad essi di accumularsi sotto forma di cuscinetti di grasso.
LA RICERCA
Studi condotti dai ricercatori americani su gruppi di persone, hanno evidenziato che c’è una correlazione significativa tra il consumo del pompelmo e la perdita di grasso corporeo, specie a livello di circonferenza della vita.
E questo, va detto, anche senza seguire una vera e propria dieta del pompelmo, cioè senza cambiare le proprie abitudini alimentari. Basterà soltanto mangiare mezzo pompelmo o bere un succo di frutta non zuccherato (ovviamente di pompelmo), prima di mettersi a tavola, per avere una perdita di peso intorno ai 3 kg, o poco più, al mese.
AVVERTENZA
Prima di concludere facciamo nostre e riportiamo alcune avvertenze da non sottovalutare. Bisogna fare attenzione all’uso del pompelmo in caso di messa in campo di certune terapie farmacologiche. Questo frutto non va assunto in contemporanea ai farmaci per il cuore, alle statine, ai sedativi, agli antistaminici, ad alcuni antibiotici e ad altre medicine ancora.
Perché?
Il pompelmo ne potenzia non poco gli effetti collaterali, comportando seri problemi di salute.
Pertanto, se si è in terapia farmacologia, prima di assumere autonomamente succo di pompelmo, sarebbe opportuno quanto necessario parlarne col proprio medico di famiglia. Articoli correlati:
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(parte prima)
http://cameoblue.blogspot.it/2013/01/scelte-alimentari-intelligenti-per_18.html (parte seconda)
08:24
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FAI DA TE
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Andare in un salone di bellezza o in un centro di benessere per farsi delle maschere facciali è diventato un sogno irraggiungibile per alcune donne. I trattamenti costano un po’ troppo e le tasche, specie in questo periodo particolare di crisi, languono non poco.
Allora cerchiamo di attivarci e di fare da sole, massimizzando l’effetto delle nostre maschere, stando comodamente sedute e rilassate, in un sala di bellezza prettamente casalinga. Innanzitutto, dovendo accingerci a comprare gli ingredienti in un supermercato, facciamolo in modo del tutto appropriato alle esigenze reali. Esaminiamo pertanto il tipo di pelle che abbiamo: secca o grassa, tendente all’acne o screpolata, infiammata, sensibile o stanca. Va da sé che i prodotti che possano essere utili ed efficaci per l’una, non lo sono certamente per l’altra. Un esempio? Se per la pelle secca sono essenziali ingredienti nutritivi e idratanti, per la seconda c’è necessità di utilizzare prodotti astringenti e via discorrendo.
Test cutaneo
Non sai che tipo di pelle hai? Non preoccuparti, ci sono dei sistemi che puoi mettere in campo. Ecco il primo. Per sapere se la tua pelle è secca o è grassa, osserva nello specchio massimamente la famosa zona T (fronte naso, mento). Se vedi che in questi punti la pelle è lucida, allora sei in presenza di pelle grassa. Eccoti un ulteriore test cutaneo. Lavati il viso e, dopo averlo asciugato, premi in più punti della pelle alcuni pezzi di carta di riso. Se la pelle è grassa, la carta da riso si attaccherà e presenterà qualche macchia oleosa o diventerà traslucida. In caso contrario la pelle dovrà ritenersi secca.
Maschere
In quest’ultimo caso vediamo allora quale tipo di maschera sia possibile approntare in casa, col semplice fai da te. Basteranno due soli ingredienti: un mezzo frutto di avocado fresco e maturo e un paio di dita di miele. Metti i due ingredienti in una ciotola e mescola facendone un impasto cremoso e omogeneo. Applicalo successivamente sul viso, aiutandoti con una spatolina e lasciandolo agire per 10 minuti. Quindi risciacqua il viso, tamponandolo con un panno fresco. A conclusione distribuisci sulla pelle una crema idratante.
E passiamo ad una maschera per la pelle grassa.
Prendi una banana molto matura, falla a pezzi e mettila in un frullatore insieme a due cucchiai di miele e a un po’ di succo di arancia o di limone. Appena il tutto si sarà ben amalgamato e avrà una consistenza sufficientemente cremosa, versalo in una ciotola e con una steccolina di legno o anche un pennello applica l'impasto sul viso asciutto e pulito. Tienilo così per circa un quarto d’ora e poi prendi un panno morbido, bagnalo in acqua caldissima e strizzalo.
Indi premilo ben fumante sul viso per un minuto circa. Trascorso questo tempo, elimina i residui della maschera con un fazzoletto di carta e risciacqua con acqua tiepida.
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06:09
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PROBLEMATICHE ODIERNE
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Abbiamo fatto un’infrazione al Codice della Strada e c'è stata elevata una multa. Il verbale di notifica, in quanto assenti al momento, è pervenuto al nostro domicilio. L’arrivo dello stesso è senza dubbio un evento sgradevole. A nessun automobilista infatti fa piacere pagare una multa, piccola o grande che sia, oltremodo oggi con l’aumento delle stesse "schizzato" al 6% .
Per questo e per tanto altro ancora, all’atto del ricevimento della contravvenzione, va da sé che si cerchi, nella stesura del verbale, un “quid”, ovvero un cavillo burocratico, che possa permetterci di fare opposizione ed eluderne il pagamento. Quali allora gli elementi da studiare perché si possa impugnare il verbale e renderlo nullo?
Presenza di elementi importanti
In esso dovranno essere presenti tutti gli elementi che saranno qui di seguito segnalati. Cominciamo: specifica della data, dell’ora e del luogo dove la violazione è avvenuta (non in maniera generica, ma con tanto di nome della via e di numero civico, se vicino ad un'abitazione), nonché la descrizione sommaria del fatto con la citazione della norma violata, il numero della targa e il tipo di veicolo soggetto della violazione, l’ammontare dell’importo da versare (espresso sia in lire che in euro), i termini di pagamento, l’ufficio presso cui recarsi per assolvere al pagamento e il numero di c/c postale o bancario per effettuare il versamento.
Non ultimo il verbale dovrà contenere i termini di scadenza della presentazione del ricorso e l’autorità competente a cui farlo pervenire.
Ma non finisce mica qua!.... Sono da controllare i dati relativi all’agente che ha elevato la multa, e più precisamente il suo nominativo o la matricola. Qualora sia prevista una decurtazione di punti dalla patente, essa andrà specificata. Il tutto alla fine dovrà riportare la firma autografa di chi ha elevato la contravvenzione.
Cambiamenti nel nuovo Codice della Strada
Ma cosa è cambiato nell’ultimo Codice della Strada, entrato in vigore nel luglio 2012? C’è stata una variazione circa il tempo di notifica del verbale. Per far sì che la sanzione non si estingua, la notifica del verbale dovrà avvenire entro 90 giorni a decorrere da quello in cui è avvenuta l’infrazione e non più 150, come previsto nel precedente Codice della Strada. I termini dei 90 giorni sono da ritenersi validi solo nel caso ovviamente che il domicilio o la residenza del soggetto multato coincidano con quelli comunicati dallo stesso, illo tempore, all’Ufficio della Motorizzazione Civile.
In caso contrario i 90 giorni scattano a partire da quello in cui il soggetto multato viene identificato. Attenzione anche alla modalità di notifica! In genere la contravvenzione viene effettuata tramite raccomandata, una raccomandata che dovrà essere consegnata espressamente al destinatario. Se a ritirarla è persona diversa da quest’ultimo, il postino è tenuto a comunicarlo al soggetto interessato tramite un’altra raccomandata, che va sotto il nome di “informativa”. Qualora dovessero venir meno uno o entrambi questi atti la notifica del verbale potrà ritenersi nulla.
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15:37
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GASTRONOMIA
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Ecco un nuovo piatto della bella terra sannita. E’ un secondo davvero raffinato, gustoso e salutare come raffinato e gustoso può ritenersi, senza tema di smentite, il pezzo di carne che andremo ad utilizzare. Sto parlando del roast beef (girello, controfiletto che dir si voglia!), un taglio di carne tra i più teneri, di qualità eccezionale, con un contenuto calorico molto basso (appena il 4% di grassi).
Vediamo gli ingredienti: 750-800 gr di filetto di manzo, 140 gr di olio extravergine di oliva, salvia, rucola, basilico, rosmarino, erba cipollina, timo, aglio.
Come si prepara
Leghiamo il roast-beef con spago da cucina, ungiamolo leggermente di olio e mettiamolo in una padella, alquanto alta e con coperchio, a rosolare a fuoco dolce.
In attesa della cottura, prepariamo a parte, in una ciotola, l’olio extravergine da aromatizzare. Tagliuzziamo finemente tutte le erbe sunnominate, eccezion fatta per la rucola e immettiamole nell'olio. Una volta che il filetto sarà pronto, ritiriamolo dal fuoco e su un tagliere facciamone delle fettine sottilissime, usando un coltello lungo e molto affilato.
Disponiamo poi le fette di carne sopra un piatto di portata e accompagniamole con la nostra rucola, non prima di averla ben lavata sotto l’acqua corrente e asciugata. Mettiamo a riscaldare l’olio aromatizzato e quando sarà abbastanza caldo, diciamo pure un po' bollente, versiamolo su quanto già approntato.
14:09
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FAI DA TE
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Per avere denti bianchI ci sono senza dubbio tutta una serie di dentifrici sbiancanti, di kit e di strisce di sbiancamento, e non ultimo l’intervento professionale del dentista, ma……
C’è un "ma" che non può essere trascurato, specie oggi che viviamo in un clima saturo d'incertezze e ristrettezze economiche. Tutti questi interventi sono abbastanza costosi e alcuni di essi, a base di componenti chimici, possono provocare dei fattori di sensibilizzazione, delle reazioni allergiche in alcune persone.
E allora? Per quanti desiderano avere denti bianchissimi vi è un'alternativa semplice e naturale, molto sicura ed economica, altamente efficace. Provare per credere!...Mi riferisco alle bucce di banana.
Come intervenire
Innanzitutto sciacqua con accuratezza sotto l'acqua corrente fredda la buccia esterna di questo frutto prima di utilizzarlo. L’intervento è volto a rimuovere eventuali residui di antiparassitari o insetticidi, usati in campo.
Indi prendi un panno pulito o dello scottex e asciugala per bene. Attendi poi che la banana sia il più matura possibile, perché conterrà una maggiore quantità di potassio.
La maturazione, a volte, se il frutto si presenta verdo-giallognolo, richiederà un certo numero di giorni. Comunque non appena avrà raggiunto la maturità, sbucciala, iniziando dalla parte sottostante, un po’ come fanno le scimmie. Di un’intera striscia prendi solo una sezione rettangolare lunga 2 cm e mezzo e larga sui 6 cm.
Prepara ora i tuoi denti, lavandoli con un normale dentifricio e poi risciacquali più e più volte.
Atteggia la bocca ad un sorriso volutamente esagerato, tale cioè da poter accedere facilmente ai denti. Indi prendi la striscia di buccia di banana e sfregane la parte interna bianca sui denti per circa 4 minuti, in senso rotatorio. Cosa si avrà?
I minerali che sono presenti su essa, quali potassio, magnesio e manganese e anche le stesse vitamine si trasferiranno sui denti e saranno essi ad agire come agenti sbiancanti dei denti.
Lascia pure che la buccia sosti sui denti per circa una ventina di minuti, specie se ci sono macchie persistenti. Tienila ben ferma tra le labbra e i denti. Trascorso il tempo necessario rilava i denti.
Metti in essere questa procedura almeno due volte al giorno. Vedrai che risultati!..
Sappi che la buccia, una volta tagliata, deve essere utilizzata nel giro di un paio d’ore. L’esposizione all’aria dei minerali, contenuti all’interno della buccia, farà perdere e indebolirà di molto l’efficacia dei suoi agenti sbiancanti.
Prima di operare la chiusa di questa guida, eccoti un consiglio che potrà tornarti utile.
Non gettare via le rimanenti bucce di banane. Fai passare del tempo e una volta che si sono ben asciugate, diciamo quasi leggermente seccate, riciclale. Cospargi di esse il terreno delle tue piante: rappresentano un eccellente compost! Fallo una sola volta al mese e le piante ti ringrazieranno.
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GASTRONOMIA
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Trovandoci in prossimità del Carnevale, voglio farvi
conoscere una ricetta tipica di questo periodo, appartenente alla bella terra
del Sannio: “Bombette di ricotta con zucchero”.
Gli ingredienti sono per 4 persone:
300 gr di ricotta, 550 gr di patate, 2 uova e ½, 150
gr circa di farina, 90 gr di zucchero a velo, 80 gr di uva sultanina, buccia di
limone, cannella, rum, olio.
Come si preparano?
Per prima cosa prendi l'uva sultanina e mettila a
bagno nel rum. Indi passa a lavare, sotto l'acqua corrente, le patate e calale
con tutta la buccia in una pentola, piena di acqua fredda non salata. Attendi
che si lessino.
Il tempo di cottura ovviamente varierà in ragione del tipo di
patate che hai scelto. Comunque, per “saggiarne” la cottura, basterà introdurre
in una qualsiasi patata un semplice stuzzicadente o anche i rebbi di una
forchetta.
Nel frattempo prepara una ciotola
di ceramica e batti in essa le uova, a cui aggiungerai la ricotta ben
schiacciata, lo zucchero, la cannella, l’uva passa, la buccia di limone
grattugiata. Amalgama con molta accuratezza il tutto.
Una volta che le patate saranno pronte, scolale,
sbucciale e col passatutto fanne una purea, direttamente nella ciotola, dove
sono già gli altri ingredienti. Con l'intero composto non ti resta che
approntare delle palline, che schiaccerai e ripasserai nella farina.
Metti sul fuoco una padella con dell'olio di semi. Appena esso sarà bello
caldo, calaci le bombette di ricotta. Conclusa l'intera fritta, disponi
quest'ultime in un piatto di portata e cospargile di zucchero a velo.
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08:32
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FAI DA TE
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Il lavello della cucina, il più delle volte, appare ai
nostri occhi come una delle superfici più pulite che vi sia nell’ambiente
circostante. Ma non fermiamoci a credere solo in quello che vediamo. Lo “splendore”,
a volte, potrebbe benissimo celare una bella ”famigliola” di germi e batteri.
Non
dimentichiamoci che il lavello della
cucina è sottoposto, dalla mattina alla sera, a tutta una serie di azioni
routinarie e quindi a rischio d’infezioni di un certo tipo.
In esso siamo soliti sciacquare la frutta, la verdura,
le carni in genere, nonché a scaricarvi dei
residui alimentari e a poggiarvi padelle,
piatti, bicchieri e posate sporche, in
attesa di essere lavati.
Tutti i lavelli, siano essi in ceramica o in
alluminio, vanno sottoposti ad una pulizia di “igienizzazione”, l’unica capace di tenere lontano la formazione di quanto precedentemente
detto. Per fare questo tipo d’intervento puoi optare sia
per un disinfettante che trovi in commercio presso qualsiasi supermercato o
discount oppure puoi ricorrere al “fai da te”.
Pulizia lavelli in ceramica
Prepara una soluzione di acqua e varichina nel rapporto di 15 bicchieri di acqua fredda e poco meno di uno di candeggina. Ricordati di non usare mai l’acqua calda in presenza di candeggina, perché, come ben saprai, andresti incontro ad un'inalazione di vapori tossici. Per protezione indossa sempre i guanti in lattice. Una volta approntata la soluzione, usala all’istante, altrimenti la sua efficacia sarà quasi nulla. Se non hai al momento candeggina in casa, puoi ricorrere all’aceto bianco senza alcuna diluizione. Mettilo direttamente su di un panno pulito e passa rapidamente sulla superficie del lavello, non trascurando nessun pezzo. Risciacqua per bene ed asciuga. Puoi fare uso anche di un detergente in gel o di un prodotto in crema, purchè quest’ultimo non sia abrasivo.
Pulizia lavelli in acciaio inox
E’ da premettere innanzi tempo che i lavelli in acciaio vanno, sempre e comunque, risciacquati dopo ogni uso, sia pure di breve durata.
Questo non solo per tenerli puliti, ma per evitarne la corrosione ad opera degli acidi e dei sali contenuti negli alimenti cotti o crudi, con i quali le pareti sono venute in contatto. Per una pulizia di routine istantanea saranno sufficienti una spugna e un detersivo multiuso.
Per pulire le aree più ristrette, dove cioè risulta alquanto problematico intervenire, fai uso di un vecchio spazzolino da denti imbevuto di detergente. Per igienizzare il lavello e renderlo splendente, ti basterà mettere su un panno morbido dell’aceto bianco o anche dell’aceto di mele e passarlo un po’ dappertutto. Servirà ad eliminare oltremodo macchie o aloni, se ve ne sono.
Non usare candeggina, pagliette in acciaio. ammoniaca e spugne abrasive. Non faresti altro che causare danni all’acciaio. Se le macchie sono ostinate prova a distribuire su esse del bicarbonato di sodio e a passarvi con una spugna. Sciacqua facendo uso di acqua calda e asciuga a fondo. Se la macchia dovesse persistere, usa allora i prodotti per l’acciaio inox che sono in commercio.
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12:56
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ATTIVITA' LAVORATIVE
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Avrai avuto modo di vedere nella tua città, nel tuo quartiere, il proliferarsi di cartelloni e negozietti con la scritta “Compro oro, pago in contanti”. Ti sarai chiesto: "Ma come mai questo tipo di attività ha preso tanto piede nell’attuale realtà commerciale?" Semplice! In un momento di crisi come quello odierno, pare che il mercato dell’oro, dell’argento e di altri metalli preziosi tiri benissimo e vada davvero alla grande. La gente, per ragioni di bilancio familiare negativo, spesso, a malincuore, è costretta a disfarsi dei propri gioielli. Tieni conto che il prezzo dell'oro è arrivato a quotazioni abbastanza alte. Per gioielli in oro, con punzone 18 carati, ogni grammo di oro viene pagato all’incirca 20 euro. E allora va da sé pensare che aprire un’attività del "Compro oro" sia un vero e proprio business.
Iter burocratico
Quale è l’iter burocratico e gli obblighi legislativi da rispettare, se si vuole intraprendere questa attività? Cominciamo dall'iter burocratico. Innanzitutto devi comunicare al Comune il tuo inizio attività, aprire la partita Iva, chiedere l'autorizzazione di pubblica sicurezza e avere la fedina penale pulita.
Il budget di cui dovrai disporre non è affatto elevato. Ti serviranno all’incirca tra i 20 mila e i 25 mila euro. Ad inizio attività attieniti al fitto di un piccolo negozietto, purchè in una zona di grande traffico pedonale e automobilistico, meglio ancora presso un centro commerciale. Sarà opportuno dotare altresì il tuo locale di sistemi di sicurezza come, ad esempio, muri antisfondamento, allarme, video sorveglianza e via discorrendo.
Acquisto e vendita oro
Ricordati che puoi acquistare oro vecchio solo da persone maggiorenni, con richiesta di esibizione del documento d’identità e di sottoscrizione di una dichiarazione, in cui chi sta vendendo il gioiello in quel momento, epliciti chiaramente che esso non proviene da un furto.
Dovrai annotare poi sul registro di Pubblica Sicurezza l'oggetto acquistato e non potrai rivenderlo prima di 10 giorni, perché, entro questo lasso di tempo, esso dovrà restare a disposizione di eventuali controlli da parte della finanza. Una volta acquistato il gioiello, e trascorsi i suddetti 10 giorni, puoi rivenderlo sia a privati, che ai grossisti e ai laboratori.
Se intendi invece venderlo ad una società di fusione dovrai rispettare una serie di obblighi e impegni, derivanti dalla legge del 17 Gennaio 2000, n. 7: "Nuova disciplina del mercato dell'oro".
Se ti aggrada puoi avviare la tua attività in franchising. In questo modo potrai ridurre l'investimento iniziale e anche una parte di rischi, per non parlare poi della possibilità di avere una formazione ad hoc e tantissimi benefici promozionali.
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10:07
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PROBLEMATICHE ODIERNE
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Per dare sollievo ai nostri dolori fisici non possiamo sempre volgerci ai farmaci tradizionali. Contro i dolori e le connesse infiammazioni ci viene in aiuto non poco anche la medicina a base di erbe. In proposito però premettiamo che gli studi sulle erbe, e più precisamente sui loro effetti collaterali, sono ancora agli albori. Ma una parte di esse pare che abbiano avuto un certo beneplacito da parte degli studiosi, fatta eccezione per quanto attiene alla durata a lungo termine e in determinate patologie.
Vediamo alcune di queste erbe, a titolo puramente informativo.
Iniziamo dalla capsaicina che deriva dal peperoncino, maggiormente dai semi piccanti contenuti in esso. Questa sostanza ha degli effetti analgesici non indifferenti. Per questo motivo trova un largo impiego nella formulazione di pomate per il mal di schiena e altro ancora. Come funzionerebbe? La capsaicina, in un paio di giorni circa, porterebbe un significativo abbassamento delle concentrazioni cerebrali della sostanza P, una sostanza che, nel nostro cervello, è deputata alla trasmissione della sensazione di dolore dalla periferia al sistema nervoso centrale.
E andiamo al ben noto Artiglio del Diavolo, un’erba del Sud Africa in vendita ormai anche negli ipermercati e conosciuta dai più. Prove scientifiche pare che abbiano accertato la sua efficacia nei casi di artrite e mal di schiena. Gli effetti collaterali sono molto limitati, se l’erba viene assunta per un breve periodo. Se ne sconsiglia però l’uso nelle donne incinte e in quanti soffrono di calcoli biliari o di stomaco o hanno ulcere intestinali.
Un rapido accenno anche alla Curcuma, una spezie di colore giallo simile allo zafferano. Essa allevia i dolori artritici, riducendone oltremodo non poco anche l’infiammazione. Sono in atto studi clinici su questa spezia sia in vitro che sugli animali per conoscerne l'effetto su altre malattie importanti come, ad esempio, il mieloma multiplo, i tumori del colon e del pancreas e non ultimo, cosa molto interessante, la malattia dell’Alzheimer. Si sconsiglia l’uso della curcuma nelle persone con malattie della colecisti.
E terminiamo menzionando il Partenio, un’erba molto promettente in campo antidolorifico e antinfiammatorio. Cos’è il Partenio? Altro non sarebbe che un piccolo crisantemo selvatico, una pianta da cui verrebbe estratto il partenolide, una sostanza in grado d’inibire il dolore e l’infiammazione. La pianta del Partenio, in verità, è stata sempre usata dai nostri avi per il trattamento del mal di testa, dei dolori di stomaco e del mal di denti. Oggi come oggi lo si usa anche nei casi di artrite reumatoide. Gli studi su questa sostanza procedono con una certa lena e impegno. I suoi effetti collaterali, quando ci sono, sono molto lievi. E’ sconsigliato l’uso nelle gestanti.
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